(...) Prima però di compiere questo famoso passo, fa in tempo a vendere il miglior giocatore della rosa all'Inter. Rodrigo Palacio. Poco dopo ed ecco che le sue parole sembrano avverarsi, diventa ufficiale l'arrivo da Catania di Pietro Lo Monaco. Ottimo dirigente con un carattere e una personalità molto simile a quella del vulcanico Enrico Preziosi. A Villa Rostan il 1 giugno si consuma quel matrimonio che per molti avrà breve durata. Inevitabile che qualcuno faccia notare ai due la possibile difficoltà di coesistere, soprattutto per come entrambi amano muoversi con decisione ed assoluta libertà all'interno del calciomercato. Ma Enrico Preziosi, che durante la conferenza stampa disegna un guerriero giapponese, risponde col sorriso. «Figuriamoci, sono fantasie dei giornali».
Passano pochi giorni e cominciano ad uscire alcune illazioni sui dissidi tra i due dirigenti. Entrambi commentano con sorrisi e battute, sostenendo che non c'è nulla di vero. Così l'ex amministratore del Catania comincia a muoversi sul mercato. Battendo la pista a lui più congegnale. Quella sudamericana. Il Genoa con mister De Canio in panchina parte per la prima fase del ritiro. Quella di Bormio. E Lo Monaco si dimostra presente. Tutti i giorni controlla e si muove solo quando necessario per chiudere operazioni di mercato. Ed ecco che dall'Argentina ci sono i primi due colpi. Martinez (mai arrivato tra l'altro sotto la Lanterna) e Velazquez.
Dal Brasile ecco il centrocampista Anselmo. Destro va alla Roma ed il mercato continua. Tutto tranquillo? Neanche per idea. Prima della fine del ritiro di Bormio scoppia la bomba. Lo Monaco consegna le dimissioni. Enrico Preziosi riprende in mano il mercato, che in verità non aveva mai lasciato. E da qui in poi cominciano una serie di brutte figure. L'ultima in ordine di tempo è quella di Ze Eduardo. Pato del Milan si fa male. Adriano Galliani, ad del Milan, chiama il numero uno rossoblu, che non ci pensa un attimo. Manda subito a Milano il brasiliano. Che dopo dodici ore è gia di ritorno. Straordinariamente fantasiosa la situazione di Velazquez. Arriva, fa le visite mediche, ma nel frattempo Lo Monaco non c'è più. Nessuno paga il suo cartellino. E lui dichiara. «Il Genoa non paga. Dovrò andar via, ma una situazione del genere non mi era mai capitata». Martedì alla ripresa degli allenamenti non c'era. Mercoledì invece si. Ed ora. Cosa succederà? Di sicuro c'è che non è ancora stato tesserato.
Come dimenticare invece il caso Lamanna. Il portiere torna dal prestito di Bari, poi viene rispedito nel capoluogo pugliese perché con Lo Monaco Perin avrebbe fatto il dodicesimo. Va via l'ex dirigente etneo e il portiere ex Padova va in prestito al Pescara. Conclusione? Che il Genoa è senza secondo portiere. Ecco allora la «genialata» della società. Scambio alla pari con il Palermo. Il difensore centrale Von Bergen, uno dei migliori per rendimento nelle ultime due stagioni in Serie A arrivato a parametro zero, viene scambiato alla pari con il portiere greco Tzorvas. Undici presenze all'inizio dello scorso anno nel Palermo, dove poi viene praticamente escluso. Le referenze non ne parlano bene. Mentre il Genoa, partito con quattro portieri per il ritiro, si ritrova con due numeri uno, e senza alternativa come difensori centrali.
Allora viene spontanea la domanda? Qual è il vero piano del presidente Preziosi? Uno l'abbiamo capito. Eliminarsi degli stipendi più alti. L'altro non vorremmo che fosse un disimpegno alla «Como». Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. Ed i tifosi rossoblu non sono certo fessi.
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