Come ti può cambiare la vita in un attimo per colpa di qualcun altro. Senza neanche sapere di chi. E dopo dodici ore tornare al punto di prima come se non fosse successo niente. Non è la trama né di un film, né di un fumetto. Ma la storia di Zè Eduardo e del suo «finto» passaggio al Milan. Partiamo con ordine.
Mercoledì mattina i rossoblu ed i rossoneri di Milano preparano il loro esordio in campionato. A Milanello va in scena ormai il solito ciak. Pato l'attaccante brasiliano si rompe. Subito avvisato Adriano Galliani, plenipotenziario del diavolo non perde un attimo. Chiama il suo amico in affari Enrico Preziosi. Che come già fatto lo scorso anno con Merkel, e quest'anno ad inizio mercato con Constant, gli promette il brasiliano Zè Eduardo. Come per le precedenti operazioni si parla di prestito gratuito. Gratis? Sì, avete capito bene. Già per i genovesi questa è una parola che è quasi come una parolaccia. Figuriamoci nel mondo del calcio quando si parla di trattare con il Milan di Silvio Berlusconi.
Ed invece è tutto vero. Il brasiliano ex Santos apprende la notizia dall'ad rossoblu Zarbano all'interno della sede di Villa Rostan. Alle 18 passate di mercoledì pomeriggio lascia tra gli applausi dei compagni il campo sportivo di Pegli. Sale in macchina con l'amico di sempre Carlo Borzone, e dal finestrino si lascia scappare poche parole. «Non posso parlare, ma sono molto contento». Forse in cuor suo non sa ancora che al Milan deve prima convincere mister Allegri. Per lui si parla di qualche giorno di provino. Come se fosse un giovane sconosciuto o reduce da un grave infortunio.
L'attaccante, quando nella città della Madonnina capisce la situazione che si sta venendo a creare, fa quello che vorrebbero fare in parecchi. Con educazione, ma fermezza, dice no grazie. Fa come Davide che non si piega davanti a Golia. Si sente addirittura defraudato. Com'è possibile che prima di firmare il contratto, che recitava prestito con diritto di riscatto, devo far vedere le mie qualità? Zè Eduardo non ci sta. Prende armi e bagagli e ritorna a Genova. Dove avrebbe detto. «Ho vinto la Coppa Libertadores e due campionati paulisti con il Santos, provini non ne faccio».
Felicissimo di rientrare sotto la Lanterna. Sicuramente con nuovi stimoli e con qualche sassolino da togliersi quando si troverà di fronte il Milan ed il suo allenatore che non hanno creduto in lui a scatola chiusa. Per i tifosi genoani, rimasti scioccati dall'ennesimo regalo al Milan, si tratta di una piccola rivincita. Prima dell'allenamento ha parlato Canini che si troverà davanti subito il suo passato. «Sette anni sono tanti, ma era finito il mio ciclo a Cagliari». La squadra si è allenata al gran completo, ancora presente Velazquez nonostante la sua situazione resti in stand-by, ad eccezione di capitan Rossi e Jankovic che hanno proseguito il loro iter personalizzato. Domenica ci dovrebbero essere.
Capitolo mercato. Edu Vargas sarà del Genoa, appena Floccari firmerà con la Lazio.
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