«Nemico di classe» e i ragazzi scoprono di amare il teatro

«Nemico di classe» e i ragazzi scoprono di amare il teatro

Giura Massimo Chiesa che la prima volta che lo vide nel 1983, gli cambiò la vita e si disse che se quello era teatro, allora lui avrebbe scelto di farne il suo mestiere. «È uno spettacolo incredibile, irripetibile ed è troppo importante farlo vedere ai ragazzi». Teatro della Gioventù, The Kitchen Company: la nuova sfida della compagnia del Teatro della Gioventù, in scena da oggi al 13 maggio, è un testo di Nigel Williams, «Nemico di classe» con la regia di Massimo Chiesa.
Dimenticate la leggerezza e le risa di «Rumori fuori scena» o di «Camere da letto», perché qui si cambia registro e quello che vedrete in scena è uno spettacolo duro, forte, d’impatto, senza alcune rete di protezione.
Il testo, quindi. Scritto nel 1978 eppure di stringente attualità per il tema trattato, per il grido d’allarme sul disagio adolescenziale, la storia è ambientata in una classe di una scuola di periferia, dove i ragazzi sono completamente abbandonati al loro destino, senza alcuna guida. Da qui il gioco di tenere ognuno una propria lezione, per dimostrare qualcosa agli altri e soprattutto il bisogno di aiuto.
E così, sul palco, ci sono il rumeno, l’emarginato per eccellenza e che però, in quel microcosmo, ritrova un barlume di contatto umano e sociale. Il leader buono che vive di espedienti di dubbia provenienza, quello che vive invece di rabbia e attribuisce ai rumeni la colpa di ogni cosa, a tutti, tranne che ai suoi compagni di classe. Poi c’è il capobanda, il male che si guadagna l’autorità spaventando il resto del gruppo.
«Fare “Nemico di classe” è stato un parto - racconta Giovanni Prosperi, uno degli attori della compagnia -. Una fatica immensa. Ma il riscontro conil pubblico è stato sempre molto positivo». L’anno scorso al Duse, a Milano e a Firenze fu un successo. Con i ragazzi in platea che erano impazziti vedendo lo spettacolo.
«Non è prosa, ma improvvisazione - continua Luca Vagliano, anche lui nella TKC -.Un’ora e quaranta minuti di interazione e di relazione continua con gli attori sul palco, senza tregua». E così deve essere. Senza cambi di scena, senza effetti scenici, Nemico di classe si regge tutto sulla bravura degli interpreti a tenere viva l’attenzione del pubblico, certamente. Ma anche a creare un’identificazione con i ragazzi in sala.
«Nemico di classe fa ridere pochissimo - conclude il regista, Massimo Chiesa -.

Il mio invito è che vengano a vederlo tutte le scuole, dai 13 anni in su. E gli insegnanti non mi vengano a dire che non possono perché hanno le interrogazioni. Questo spettacolo è quello giusto per far innamorare i ragazzi del teatro. Ti entra dentro e te lo ricordi per tutta la vita».

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