Il porto di Genova crocevia della droga

Il porto di Genova crocevia del traffico internazionale di stupefacenti: lo conferma il procuratore distrettuale antimafia, Michele Di Lecce, nel comunicare i particolari della maxi-operazione antidroga che ha portato all'arresto, ieri mattina, di 25 trafficanti e allo smantellamento di due cartelli di spaccio.
«Questa importante operazione del Ros, il Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri - spiega, innanzi tutto, Di Lecce - dimostra ancora una volta come lo scalo della Lanterna sia diventato sempre più il punto marittimo di riferimento dell'importazione e del successivo smaltimento della droga». Ribadendo l'importanza che le banchine genovesi rivestono per le organizzazioni criminali, il magistrato aggiunge anche che «nel corso dell'indagine è stato appurato come la droga sia stata fatta arrivare su navi mercantili dal Sud America nel nostro porto e da qui più volte abbia preso la via non solo dell'Italia, ma anche di molti Paesi del Nord Europa».
Si tratta, a giudizio del procuratore distrettuale antimafia Di Lecce, di «un grande risultato che porta a evidenziare una struttura articolata in diversi gruppi che provvedeva sia alla importazione della droga, sia allo smercio sul mercato nazionale. Abbiamo eseguito una parte di arresti, ma altre persone erano finite in precedenza in manette. In questo caso, infatti, non siamo in presenza di un unico episodio, ma di vari episodi, che avvenivano quasi esclusivamente attraverso gli scali liguri e in una occasione anche attraverso l'aeroporto della Malpensa. Il giro d'affari - conclude Di Lecce - è difficile da stabilire, ma si tratta di quantitativi molto elevati, sommando i vari sequestri».
Durante l'operazione, denominata «Terminal», i carabinieri del Ros hanno sequestrato più di un quintale di stupefacente, la maggior parte del quale nel porto di Voltri, destinato principalmente al mercato ligure e lombardo. L'organizzazione nascondeva i carichi di cocaina nei container dopo aver forzato i sigilli. Le indagini hanno portato a sgominare due veri e propri cartelli attivi tra Liguria e Lombardia, smantellando un'organizzazione transnazionale italo-colombiana dedita al traffico di ingenti quantitativi di cocaina provenienti da Colombia, Ecuador e Brasile, che venivano introdotti in Italia e in Olanda attraverso la Spagna. Nel mirino degli inquirenti è finita anche un'organizzazione algerina incaricata di assicurare al sodalizio periodiche forniture di hashish dal Marocco. L'organizzazione, confermano gli inquirenti, gestiva l'intera filiera del traffico, dalla produzione alla commercializzazione.
Fra i maggiori artefici del traffico, i Ros hanno individuato Armando Amadeo Tonetti Solsol, nativo del Perù, base operativa in Olanda, ma da anni residente a Genova dove svolgeva l'attività, all'apparenza irreprensibile, di imprenditore.

Per realizzare il traffico di hashish, «Tonetti si avvaleva principalmente di un suo stretto collaboratore, l'algerino Chaanane Messaoud che, pur essendo anch'egli residente a Genova, aveva mantenuto solidi rapporti con i gruppi fornitori in Marocco. Dal capoluogo ligure, venivano organizzate le importazioni di narcotico utilizzando scali sudamericani di Ecuador, Perù e Repubblica Dominicana».

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