Giallo alla Regione sul reintegro dell’ex manager del «San Camillo»

Il governatore del Lazio Piero Marrazzo prova a fare il salto della quaglia e prende tempo sul reintegro di Domenico Alessio a direttore generale del San Camillo Forlanini malgrado il Consiglio di Stato, a seguito della sentenza della Consulta, abbia sancito il ritorno in servizio dell’ex manager e lo stralcio integrale della norma sullo spoil system nella pubblica amministrazione. Infatti da ieri mattina il direttore generale del nosocomio non è più Luigi Macchitella, al quale è stata recapitata una nota della Direzione regionale alla Salute (che fa capo all’assessorato alla Sanità, non alla presidenza della Regione) che lo solleva dall’incarico, ma Franco Forino. Già direttore sanitario, Forino ricoprirà l’incarico di direttore generale ad interim «nelle more della reintegra del ricorrente» così si legge nel provvedimento che però manca di una data certa che stabilisca l’investitura e soprattutto il termine entro il quale il governatore del Lazio firmi la lettera d’incarico ad Alessio. Questa è infatti l’unica strada percorribile per dare seguito al pronunciamento giudiziario e non sembra intercambiabile con alcuna ipotesi risarcitoria.
«Domenico Alessio - taglia corto Francesco Castiello, legale del manager - ha chiesto espressamente, nel ricorso presentato ad agosto 2005 contro il licenziamento, il reintegro in servizio e non si è affidato ad alcuna ipotesi alternativa, quindi va decretato da parte dello stesso presidente l’insediamento immediato. Ricordiamoci inoltre che ad Alessio spetta ancora un anno e mezzo di servizio da svolgere perché il contratto dei direttori generali è vincolato alla durata effettiva minima garantita a 3 anni e non al termine temporale di scadenza». Con queste premesse per un manager reintegrato ce ne sarà ovviamente un altro allontanato e da saldare fino all’ultimo centesimo. È Luigi Macchitella, al quale il governatore Marrazzo ha firmato un contratto addirittura quinquennale e al quale spetteranno le mensilità dei prossimi tre anni: circa 450mila euro. Un epilogo grossolano e difficile da mandare giù contando che le casse regionali languono. Chissà quanto languiranno ancora però, perché non è finito qui l’impegno di spesa che l’erario dovrà mettere in conto visto che il 12 giugno prossimo il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi sugli altri quattro ex manager. Inevitabile farne una questione di tempo: «Per allora ci si augura che il governatore Marrazzo abbia preso una decisione che dia ampio rispetto alla magistratura: questa è - asserisce perentorio il senatore Cesare Cursi (An), vicepresidente della commissione Sanità di Palazzo Madama - l’unica via d’uscita dopo due anni di scontri legali. Quanto alle voci che si rincorrono e che alcuni organi di stampa riportano come “fatti tangibili sulla gestione Alessio” mi auguro che quanto riferito sia frutto di immaginazione o errata interpretazione.

Se così non fosse sarebbe inevitabile l’intervento della magistratura». E in questo clima di tensione, ai piani alti del palazzo regionale serpeggia ancora l’ipotesi di un immediato commissariamento dell’azienda ospedaliera successiva a un’ipotesi di reintegro dell’ex manager.

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