Gioco-sondaggio Pernigotti «incoronato» in Provincia Ora via libera ai Municipi

Massimo Pernigotti leader assoluto, Michele Scandroglio vicecampione: il primo con 5.775 voti, il secondo con 5.644. Questo il responso definitivo del gioco-sondaggio per la scelta del candidato presidente della Provincia preferito dai lettori del Giornale. Il testa a testa fra i primi due votati - anzi, votatissimi - ha tenuto banco, in particolare, nelle ultime settimane, e si è concluso con un’affermazione che, formalmente, premia il capogruppo degli «arancioni» nell’assemblea di Palazzo Spinola, ma idealmente accomuna i candidati e i lettori. Sono tutti loro, senza distinzioni, che hanno dato vita e attribuito un successo strepitoso a un test nato senza nessuna pretesa di ufficializzare o tanto meno imporre in qualche modo le candidature ai partiti, ma con l’ambizione, quella sì, di «dare la parola» ai lettori-elettori, per far sentire la loro voce e le loro preferenze e, perché no?, i loro suggerimenti «sul campo». Giorno dopo giorno, tagliando dopo tagliando, questa ambizione ha raggiunto un traguardo ben oltre le più ottimistiche previsioni. Il conteggio finale parla da solo: 26.723 tagliandi pervenuti in redazione, via posta o portati a mano, ed esclusivamente in originale ritagliato dalle pagine dell’edizione del «Giornale- Genova»! Accanto a nomi di personaggi e personalità note al grande pubblico, sono stati anche gratificati di numerosi consensi anche esponenti della cosiddetta «società civile», dell’impresa, delle professioni, che sono sempre stati defilati dall’agone politico, ma che, evidentemente, molti vorrebbero impegnati in incarichi di amministrazione pubblica. È il caso, tanto per ricordarne solo alcuni fra i primi classificati, del commercialista Alberto Cattaneo, 3.

699 i tagliandi a suo favore, o dei vari Orengo, Rotunno, Garassino, Cherchi, Pilloni, o dell’avvocato Paola Casazza (la numero uno delle «quote rosa» in classifica), alcuni di loro anche con esperienze politiche passate e presenti, ma soprattutto «per spirito di servizio» più che per ambire alle «luci della ribalta». (...)