Questa settimana potrebbe essere ricca di importanti sviluppi nel caso dellestate, quello che vede come protagonista Luca Bianchini, luomo su cui pende laccusa di essere lo stupratore seriale capitolino. I pm Maria Cordova e Antonella Nespola, titolari dellinchiesta sulle violenze avvenute tra aprile e luglio, giovedì potrebbero affidare alla polizia scientifica lincarico di effettuare un nuovo esame del Dna del ragioniere, lunico finora a essere stato accusato di quei casi. I suoi legali, nei giorni scorsi, avevano criticato a più riprese lattendibilità degli esami, avanzando diversi vizi di forma e sostenendo la necessità di ripeterli alla presenza di un loro perito di fiducia. Non avevano però fornito indicazioni utili su quando questo secondo test sarebbe stato effettuato, definendolo «una possibile strategia difensiva», una delle tante insomma. Proprio al fine di accelerare i tempi e fugare ogni dubbio, sembrerebbe questa linterpretazione più verosimile, la procura avrebbe deciso di compiere questo ulteriore passo, fornendo unulteriore garanzia allindagato. Non perché ci siano dubbi sullattendibilità del primo esame, come è stato chiarito ieri, ma per dare certezze a Bianchini, sia sulla effettiva corrispondenza del codice genetico e sia, eventualmente, della mancanza di questa corrispondenza. La procura ha disposto anche una consulenza tecnica, dando incarico alla polizia scientifica di esaminare una macchia di liquido seminale rinvenuta su un paio di pantaloni sequestrati nei giorni scorsi dalla squadra mobile allo stesso indagato.
Ieri, infine, lavvocato Bruno Andreozzi, che difende Bianchini insieme con il collega Giorgio Olmi, ha ottenuto la copia di tutta lattività dindagine compiuta dai magistrati. Si attende ora di conoscere i nuovi passi della strategia dei due legali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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