Giuda Taddeo

È l’Apostolo meno noto per via del nome (infatti, chi darebbe a suo figlio il nome “Giuda”?) ma, proprio per questo, patrono dei casi disperati. È sempre raffigurato con un ritratto di Cristo in mano perché pare che gli somigliasse fisicamente moltissimo. Erano anche, almeno giuridicamente, primi cugini, perché Giuda Taddeo era figlio di Maria di Cleofe (una delle “tre Marie” sotto la croce) e di Alfeo, fratello di s. Giuseppe. Dunque, era anch’egli della stirpe di David. Coetaneo di Gesù e nato a Nazareth, era detto Taddeo dal siriaco “thad”, che vuol dire “amabile”. Quest’ultimo nome è ancora oggi diffusissimo in Polonia (Tadeusz). Giuda Taddeo evangelizzò la Mesopotamia e la Persia, dove fu raggiunto da un altro Apostolo, Simeone. Verso l’anno 70, nella città persiana di Suamyr, i due subirono il martirio per mano della popolazione aizzata loro contro dai sacerdoti pagani Arfexat e Zaroes. Il corpo di s. Giuda Taddeo si trova nella basilica di San Pietro, a Roma. Leggo sulla rivista Radici cristiane dell’aprile 2005 che s. Bernardo di Chiaravalle portava sempre con sé una reliquia di questo santo. Carlo Magno ne era così devoto che ottenne dal papa il permesso di portarne temporaneamente il corpo a Tolosa. Infine, s. Brigida: mentre pregava per ottenere una grazia le apparve Cristo in persona e le disse di rivolgersi a suo cugino Giuda; Brigida eseguì e immediatamente fu esaudita. Purtroppo, come abbiamo detto, il culto di questo potentissimo santo da noi non è molto sentito. E sono davvero rare le chiese a lui dedicate (ma una la so: a Roma, in via Rovereto).

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