Lavoratori nella governance delle aziende, sviluppo delle periferie e valorizzazione delle donne nella ricetta per lo sviluppo di Giuliano Pisapia. Che ringrazia le imprese che «devono poter continuare a vedere nel lavoro uno strumento essenziale di promozione, di dignità, di crescita e realizzazione personale. In questo senso, l’esperienza di Rete Imprese Italia è un fatto nuovo e rilevante, tanto più a Milano». Poi chiede una svolta citando i recenti dati Istat che «ci consegnano un quadro che tutti – parti sociali, amministratori pubblici, parlamentari e governo – dovremmo sentire come inaccettabili ». Perché «anche le zone più ricche stanno da tempo “mangiando” il capitale accumulato, nelle imprese e nelle famiglie. Se non c’è un cambio di passo e di prospettiva, non avrà senso parlare di futuro: e infatti il punto più in crisi è proprio la condizione giovanile. Anche a Milano». Poi si lamenta della campagna elettorale. «Vittima delle mistificazioni non è il candidato Giuliano Pisapia, ma l’impegno per costruire quel bene comune che ha fatto grande Milano soprattutto nei momenti di più acuta crisi». Chiede «uno sguardo più audace (almeno per il nostro Paese) e pensare a sistemi di governance che vedano presenti anche rappresentanze dei lavoratori. È una delle sfide che abbiamo davanti, come ho ricordato a proposito della Sea». Ci sono tutte le condizioni perché il «Patto per lo sviluppo della città diventi la trama forte sulla quale poggiare con sicurezza le politiche pubbliche e le scelte private di cui Milano ha bisogno». Una critica al federalismo citando «la preoccupata quanto fondata analisi della Ccgia di Mestre su effetti negativi, sul piano fiscale, dei provvedimenti in materia di federalismo».
E la richiesta di «creare lavoro di qualità, per avviare nuove imprese » guardando «con particolare favore a tutte quelle iniziative fisicamente collocate nelle periferie ».Ma l’altro«enorme giacimento di ricchezza e di capacità è la metà del nostro mondo, l’energia delle ragazze e delle donne».GdF
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