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Giustizia, il Cav: "Golpe come nel '92" Sul processo breve avanti come treni

Il presidente del Consiglio sulla riforma della Giustizia: "Non siamo mai riusciti a farla perché Casini e Fini stavano dalla parte dei privilegi dei giudici". E poi: "Per avere una vera democrazia bisogna cambiare l'architettura istituzionale"

Giustizia, il Cav: "Golpe come nel '92" 
Sul processo breve avanti come treni

"Per avere una vera democrazia, dobbiamo cambiare l’architettura istituzionale". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, durante la premiazione dei vincitori del progetto Campus mentis a palazzo Chigi. Il premier è tornato a lamentarsi dei pochi poteri del governo e dei provvedimenti che nascono "purosangue" e diventano "ippopotami" dopo il passaggio tra un ramo e l’altro del Parlamento.

Fini e Casini in passato hanno impedito la riforma della giustizia, ma ora "abbiamo una maggioranza più esile nel numero, ma assolutamente più coesa", ha proseguito il Cavaliere. "Non sono riuscito a fare la riforma della giustizia perché non sono stato capace di avere il 51% dei voti. Mi sono trovato ad avere una maggioranza di coalizione in cui c’erano dei partiti, quelli di Fini e Casini, che ogni volta stavano dalla parte dei privilegi dei giudici. Ora ho una maggioranza esile nei numeri, ma più coesa e dunque in grado di fare le riforme", a cominciare da quella della giustizia e da quella dell’architettura costituzionale. 

"Oggi è in atto un tentativo di golpe giudiziario come quello che ci fu con Tangentopoli". È questa la convinzione che il premier Silvio Berlusconi avrebbe espresso oggi pomeriggio, incontrando a Palazzo Grazioli una delegazione di esponenti Dc e Psi.

I due deputati, il socialista Lucio Barani e l’ex Dc Emerenzio Barbieri, raccontano all’uscita di aver mostrato al premier lo stenografico dell’intervento del vicepresidente vicario del Pdl Massimo Corsaro definendolo "inaccettabile" e, secondo quanto riferiscono, il premier avrebbe concordato con loro. Poi sul processo breve il Cav ha dichiarato: "Andiamo avanti come treni", ribadendo poi la convinzione che "la legislatura andrà avanti fino al 2013" e che saranno realizzate tutte le riforme, compresa quella fiscale.

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