Detroit - Il colosso americano dell’auto mette una seria ipoteca sul proprio futuro e parla di "dubbi sostanziali" sul going concern dell’azienda, cioè sulla capacità del gruppo di garantire la sua "continuità". Gm, in una nota alla Sec, la Consob americana, mette nero su bianco la possibilità di avviare la procedura di bancarotta, ricorrerendo al Capitolo 11, la legge Usa che garantisce la protezione dai creditori, nel caso in cui non sia possibile riorganizzare le sue attività e finanziare i debiti.
Ridotti i compensi Ridotti i compensi all’amministratore delegato di General Motors, Rick Wagoner per il 2008. Il manager dovrà "accontentarsi" di 5,4 milioni di dollari contro i 14,1 milioni di dollari intascati nel 2007. Secondo quanto riferisce l’agenzia Bloomberg, Wagoner si è anche visto ridotto lo stipendio da 2,1 milioni di dollari dell’anno scorso ad un milione per quest’anno. Nel 2008 la più grande casa automobilistica americana ha segnato perdite per 30,9 miliardi di dollari, la seconda peggiore perdita della sua storia centenaria.
I revisori I revisori contabili di General Motors nutrono dunque "notevoli dubbi" sulla capacità della travagliata casa automobolistica di continuare le proprie operazioni. Nel tentativo di sopravvivere alla peggiore crisi che il settore auto abbia mai visto in 27 anni, GM ha già ricevuto 13,4 miliardidi dollari di prestiti federali. Il colosso di Detroit, un tempo numero uno nell’industria automobilistica, ha bisogno di un totale di 30 miliardi di dollari dal governo. Solo negli ultimi tre anni l’azienda ha accumulato 82 miliardi di dollari di perdite, tra cui 30,9 miliardi nel solo 2008. I revisori hanno citato le continue perdite da operazioni, il deficit degli azionisti e una incapacità di generare il cash flow necessario a rispettare gli impegni. Tutto ciò alimenta i dubbi notevoli sulla capacità dell’azienda di sopravvivere.
Aiuti governativi Secondo Gm il suo futuro dipende dal successo del piano di solvibilità presentato al governo a febbraio
per giustificare i prestiti. La società ha tempo fino al 31 marzo per raggiungere gli accordi con gli azionisti e i sindacati dei lavoratori per dimostrare al governo americano di poter tornare a generare profitti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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