Embé? Cari Ogliani e Varuzza, ho letto la vostra lettera scandalizzata sul gol di Koeman alla festa dei 115 anni del Genoa. Embé? Scusatemi sono gretto, provinciale, ma non ci ho trovato nulla di male in quel passaggio, quei pochi frame in un video denso di storia. Come non ho trovato nulla di male in quella battuta di Cassano sui «visi pallidi genoani», sia chiaro. Signori miei, stiamo parlando di calcio. E stiamo parlando di fede calcistica, di amore per una squadra, e sì, anche di odio per unaltra. Odio sportivo, certo. Ho tanti amici blucerchiati (vabbé tanti proprio no, ma gli voglio bene), eppure sportivamente li odio. Non vuol dire che li picchio, vuol dire che spero di vederli perdere.
È politicamente scorretto? Pazienza. Quella festa a Marassi era una festa di tifosi, organizzata da tifosi, non un consesso di premi Nobel che dovevano salvare il mondo. Si volevano ricordare 115 anni rimasti nel cuore dei tifosi? Il gol di Koeman fa parte di quei 115 anni di storia dei tifosi genoani. Sì, abbiamo goduto a quel gol, come i doriani hanno sempre goduto delle nostre disgrazie. E non fate le verginelle, sapete che è vero. Ed è bello così. Non sarà scritto nel codice deontologico approvato dalla Sampdoria, ma fa parte del calcio sano e pulito. Come i «funerali» ai «cugini» che retrocedono. Ed è così dappertutto, mica solo a Genova. Chiedete a Milano, a Roma qual è il secondo risultato che chiedono i tifosi di una squadra. Chiedete ai romanisti se si sono scandalizzati quando Totti ha mostrato la maglietta: «Vi ho purgato ancora».
Cari Varuzza e Ogliani, voi la vedete diversamente? La ritenete una bassezza morale? Vi ammiro per tanto distacco e per tanta superiorità. Non credo stiate indossando una maschera di plastica ipocrita, so che siete sinceri.
Vi accetto, e sono contento di essere diverso.
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