Il vertice di governo ha appianato le divergenze e ha compattato la maggioranza dopo le tensioni. I leader riuniti a Palazzo Chigi hanno raggiunto un accordo e hanno confermato l'unità di intenti, tanto che questa mattina è arrivato in Commissione Bilancio del Senato il nuovo maxi emendamento annunciato ieri dall'esecutivo. Il testo contiene le misure per le imprese, che in un primo momento sarebbero dovute confluire in un decreto a parte. Ai lavori della Commissione partecipa anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che ha replicato con ironia ai cronisti che gli hanno chiesto se abbia mai pensato alle dimissioni: "Alle dimissioni ci penso tutte le mattine, sarebbe la cosa più bella da fare, per me personalmente. Ma siccome è la ventinovesima manovra di Bilancio che faccio, so come funzionano le cose. Alla fine a me interessa il prodotto finale, non quello che presento".
Nel provvedimento vengono confermate le risorse per le imprese, con il rifinanziamento della Zona economica speciale (Zes) e del credito d'imposta; per le coperture l'intervento sull'acconto dell’85% del contributo sui premi delle assicurazioni dei veicoli e dei natanti. Quanto alle infrastrutture, sono previsti 100 milioni di euro per due anni destinati al Piano Casa. Spazio anche ai fondi per il caro-materiali e al rifinanziamento degli stanziamenti relativi al Ponte sullo Stretto di Messina (spostando 320 milioni nel 2032 e 460 milioni nel 2033).
Novità pure sul fronte della previdenza complementare, su cui regnavano molti dubbi fino alle scorse ore. Salta la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare. È prevista l'estensione della platea di aziende tenute al versamento Inps delle somme per il Tfr dei lavoratori: come riferito da LaPresse, si mira "ad includere tra i soggetti tenuti al versamento del contributo con riferimento ai periodi di paga decorrenti dal 1° gennaio 2026 anche i datori di lavoro che, negli anni successivi a quello di avvio dell’attività, hanno raggiunto o raggiungano la soglia dimensionale dei 50 dipendenti (attualmente sono esclusi dall’obbligo), di fatto ampliando la platea di potenziali lavoratori che possono aderirvi".
Si tratta di un'inclusione che, in via transitoria per il biennio 2026-2027, è limitata ai datori di lavoro con un numero di dipendenti non inferiore a 60. Una volta arrivati al 2032, invece, ci sarà l'estensione dell'obbligo del versamento per le aziende con un numero di dipendenti non inferiore a 40. Viene messo nero su bianco il silenzio-assenso, a partire dal 1° luglio 2026, di 60 giorni per l'adesione automatica alla previdenza complementare per i neo assunti.
Entra nel testo anche una misura sul tetto di spesa farmaceutica.
Vengono incrementate le risorse stanziate per il 2027 e per il 2028 destinate agli incentivi per i processi di aggregazione delle imprese e per la tutela occupazionale. Nello specifico, si parla di 2,2 milioni in più nel 2027 (da 21,9 milioni a 24,1 milioni) e 8,7 milioni in più nel 2028 (da 3,5 milioni a 12,2 milioni).