Il Cdm, la riapprovazione del progetto, l'ok del Parlamento: il piano del governo per tirare dritto sul Ponte

Il Consiglio dei ministri può stabilire che l'opera risponda a un interesse pubblico superiore: così il progetto andrebbe avanti nonostante lo stop della Corte dei conti. Salvini: "La casta giudiziaria non ci fermerà"

Il Cdm, la riapprovazione del progetto, l'ok del Parlamento: il piano del governo per tirare dritto sul Ponte
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Nessun passo indietro, nessuna resa. Il governo tira dritto, ancora più determinato nella realizzazione del Ponte sullo Stretto. Il parere negativo della Corte dei conti ha scatenato i festeggiamenti della sinistra, ma l'esecutivo non ha intenzione di piegare la testa: vietato rinunciare a un'infrastruttura strategica per tutto il Paese. A Palazzo Chigi si sta già iniziando a lavorare per definire i prossimi passaggi e per rilanciare il progetto. In pressing Matteo Salvini, che ha subito avanzato un piano per non farsi fermare dalla magistratura contabile: una strategia politica in grado di uscire subito dal pantano per tornare a correre sulla grande opera.

Il vicepresidente del Consiglio, intervistato dal Corriere della Sera, ha puntato il dito contro la "casta giudiziaria" e ha parlato di "disperate invasioni di campo". Un pronunciamento politico che, secondo il segretario della Lega, non avrà alcun effetto sul futuro del Ponte: "Questi signori non ci fermeranno". E infatti il governo è nelle condizioni di andare avanti. Ieri sera Salvini ha sentito al telefono Giorgia Meloni, con cui ha condiviso la necessità di agire con fermezza e rapidità.

Questa mattina è prevista una riunione d’urgenza a Palazzo Chigi per affrontare la questione. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti propone di tornare il prima possibile in Consiglio dei ministri e approvare di nuovo il progetto. A quel punto, anche il Parlamento dovrà dare di nuovo il suo via libera. "Dobbiamo prenderci la responsabilità. Dovrebbero tutti farsi dire di no da un mini sistema di potere?", ha sollecitato Salvini. La legge infatti prevede che il Cdm può appellarsi al fatto che l'opera risponda a interessi pubblici superiori e che perciò debba avere comunque corso. Poi la Corte dei conti sarebbe chiamata a pronunciarsi a Sezioni riunite.

Il Ponte non è da intendere come una mera opera che riguarda la Calabria e la Sicilia, ma è un progetto internazionale che collega l'Italia per unire l'Europa. Infatti il vicepresidente del Consiglio ha ricordato che "qui c’è dentro l’università italiana, c’è dentro l’Italia", senza dimenticare l'aspetto economico: "Qui ci sono in ballo miliardi, ci sono in ballo centinaia di migliaia di posti di lavoro e migliaia di aziende pronte a partire". Ecco perché il tentativo dello stop viene bollato come una vera e propria "assurdità".

Certo, la decisione della Corte dei conti avrà un impatto anche sulle tempistiche. "Io ero pronto a partire la settimana prossima. Ci volevano tre anni? Ora ci vorranno tre anni e due mesi", lamenta Salvini. Che però non ha dubbi: "Il Ponte si farà".

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