Governo

"Cuneo fiscale rinnovato": come può cambiare la busta paga

Giorgetti conferma: in manovra ci sarà il taglio del cuneo fiscale. Si va verso l'aumento dal 2 al 3% dello sconto, diviso tra lavoratori e imprese

"Cuneo fiscale rinnovato": come può cambiare la busta paga

Ascolta ora: ""Cuneo fiscale rinnovato": come può cambiare la busta paga"

"Cuneo fiscale rinnovato": come può cambiare la busta paga

00:00 / 00:00
100 %

Giancarlo Giorgetti rilancia la partita del taglio del cuneo fiscale, assicura che sarà come minimo confermata ogni misura promossa in materia dal governo Draghi in scadenza il 31 dicembre e sarà estesa la platea dei beneficiari. "La misura del cuneo fiscale non è attualmente finanziata per il 2023. Volontà del governo è non solo finanziarla e quindi rinnovarla per il prossimo anno ma anche aumentarla per i redditi più bassi dei lavoratori", ha spiegato alle agenzie il titolare del ministero dell'Economia e delle Finanze al lavoro sul completamento della manovra finanziaria dopo le visite all'Eurogruppo e al G20.

Il governo Draghi, su proposta di Lega e Forza Italia, a fine 2021 aveva approvato in manovra un taglio del 2% a favore dei lavoratori e delle imprese del cuneo fiscale per i lavoratori con reddito inferiore a 35mila euro. Nella prima manovra il governo Meloni, nonostante gli spazi d'azione ristretti e i tempi compressi, vedrà dunque confermato il taglio di due punti del cuneo fiscale per un costo di circa 3,5 miliardi di euro e punterà a estenderlo analizzando i potenziali risparmi del reddito di cittadinanza.

L'ipotesi che oggi il governo sembra tenere in considerazione è quella di lasciare invariata la platea ma di estendere fino al 3% il taglio del cuneo. Il governo Draghi aveva optato per riduzione del cuneo fiscale, differenziale tra costo di un lavoratore per l'azienda e stipendio netto, pari all’1,2 %, in favore dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35mila euro per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2022, inclusa la tredicesima, e dello 0,8% a favore delle imprese. "Nel periodo interessato dalla norma, ossia tra luglio e dicembre 2022 queste fasce di retribuzione hanno un importo complessivo che va da 50 euro a 185 euro per i 6 mesi", nota il portale Fisco e Tasse. La platea interessata è stata di 13,8 milioni di lavoratori a reddito medio o basso.

Ora il governo Meloni vuole rendere strutturale questa misura. Equilibrando in forma precisa i carichi: due terzi a favore delle buste paghe dei lavoratori, un terzo a favore delle contribuzioni delle imprese nella proposta del governo, resa nota dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il capo politico di Noi Moderati, Maurizio Lupi, chiede invece che la riduzione del cuneo fiscale vada tutto a vantaggio degli stipendi dei lavoratori.

"Come calcolato dall’Ocse", scrive Metropolitano.it, l‘Italia è uno dei Paesi in cui il cuneo fiscale incide maggiormente sugli stipendi. La percentuale si aggira attorno al 46,5%, che arrivano vicine alla metà comprendendo gli oneri e i contributi sociali. L’investimento pubblico complessivo, per centrare l’obiettivo del taglio del 5%" auspicato dal governo Meloni come obiettivo "si aggirerebbe tra i 12 e i 15 miliardi di euro e si tradurrebbe, in sostanza, in un aumento dell’importo delle buste paga tra i 250 e i 350 euro mensili".

Un risultato ancora lontano nell'attuale manovra di prudenza, ma che può essere raggiunto partendo passo dopo passo dal definire le quote di ripartizione e, possibilmente, limando ulteriori decimali fino al 3%. Questo target consentirebbe buste paghe più pesanti per una quota compresa tra i 170 e i 555 euro per 13,8 milioni di lavoratori nelle fasce comprese dalla misura, prima ovviamente di calcolare gli effetti di ulteriori bonus o sconti. Ad esempio, su questa traccia (cuneo al 3% e ripartizione di due terzi al lavoratore e un terzo alle imprese) potrebbe operare un'altra interessante proposta di Lupi, secondo cui se un'impresa darà nel 2023 un aumento di stipendio al proprio lavoratore, quell'aumento dovrà avere tassazione zero.

Confindustria chiede invece 16 miliardi di euro immediati sul taglio del cuneo fiscale, ma come anticipato da Giorgetti la manovra prenderà strada alla luce della prudenza. Il governo Meloni ha incassato buone impressioni a livello internazionale, gode dell'attestato di fiducia dei risparmiatori certificato dal risultato dell'emissione del Btp Italia, si è impegnato in una manovra anti-rincari sull'energia corposa che mobiliterà 30 miliardi senza creare nuovo deficit e vuole usare la massima cautela nella legge di bilancio. Senza rinunciare, però, a dare forti messaggi di discontinuità.

E rendere strutturale una manovra che favorisce al contempo imprese e lavoro è un primo passo in tal senso.

Commenti