Record di occupazione, salari in ripresa e una riforma silenziosa del mercato del lavoro. Nel giorno dell'approvazione definitiva della manovra al Senato, il ministro del Lavoro Marina Calderone rivendica i risultati ottenuti in questi tre anni e difende le scelte del governo su fisco, pensioni e politiche attive. Apprendistato, formazione e previdenza complementare, passando per donne, giovani e Sud, ecco il punto della titolare del dicastero di via Veneto.
Ministro, partiamo dai numeri: a ottobre l'Italia ha raggiunto il record storico di 24 milioni e 208mila occupati, con la disoccupazione giù al 6%. Le politiche del governo producono effetti strutturali?
«L'Italia del lavoro sta correndo. Dovremmo esserne tutti felici. Con il governo Meloni è stato creato oltre un milione di posti di lavoro, la quasi totalità a tempo indeterminato. E dato che non si tratta di un trend trimestrale, ma di una crescita che dura da tre anni, l'effetto delle nostre misure è strutturale, pur in un mondo del lavoro attraversato da grandi cambiamenti».
La manovra rafforza le misure degli anni scorsi e taglia di due punti la seconda aliquota Irpef. È un punto d'arrivo o c'è ancora strada da fare?
«In questi tre anni abbiamo messo il lavoro al centro, con una particolare attenzione verso il ceto medio, penalizzato nei dieci anni precedenti. C'è ancora tanta strada da percorrere, ma la stessa vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Roxana Minzatu, ha riconosciuto che i salari reali in Italia stanno mostrando una ripresa dopo anni di declino e i dati sono incoraggianti. Non male, direi».
La detassazione al 5% degli aumenti contrattuali viene estesa anche ai rinnovi 2024. Che segnale arriva alle parti sociali?
«La strada per migliorare la retribuzione dei lavoratori passa dalla contrattazione collettiva. Abbiamo una strategia di ampio respiro e offriamo nuovi strumenti ai lavoratori e alle parti sociali. Quasi tutte le sigle hanno lodato questa misura. Per ampliare la platea fino a 33mila euro abbiamo usato una quota importante delle risorse del ministero del Lavoro. Non era scontato. E non a caso è stato siglato il rinnovo dei metalmeccanici: parliamo di un 1,5 milioni di lavoratori».
Sono previste agevolazioni anche su straordinari, lavoro notturno e festivo. Con quale obiettivo?
«Vogliamo investire nella produttività per aumentare le buste paga e rafforzare il tessuto produttivo italiano, che vive una fase complessa tra dazi, sanzioni, norme europee e transizione tecnologica. Il nostro obiettivo è sostenere il modello italiano, fatto di collaborazione tra lavoratori e imprenditori».
Sugli incentivi alle assunzioni di giovani, donne e Zes Sud che bilancio fate?
«Il Sud sta correndo. Per la prima volta abbiamo un tasso di occupazione sopra il 50%. Non basta, perché resta distante dalla media nazionale ed europea, soprattutto per l'occupazione femminile. Ma il trend va sostenuto, personalizzando le politiche grazie alle piattaforme digitali. La formazione continua sarà decisiva: su questa sfida si gioca il futuro del Sud e dell'Italia».
Bonus mamme ed esoneri per le madri con tre figli: qual è il prossimo obiettivo?
«I numeri dimostrano che la strategia funziona. Il lavoro è la chiave della vera inclusione. Rafforzare le politiche attive è essenziale per colmare ritardi storici, soprattutto nel Mezzogiorno».
Adi, Sfl e Isee. Come si coordinano contrasto alla povertà e attivazione al lavoro?
«I dati ci dicono che il reddito di cittadinanza non funzionava. Con il lavoro di rete e la piattaforma Siisl abbiamo invertito la tendenza, senza la rivolta sociale auspicata da qualcuno. Direi missione compiuta».
Formazione e skill mismatch: l'apprendistato e il Fondo Nuove Competenze bastano?
«La digitalizzazione dell'incontro tra domanda e offerta è centrale. AppLI, il web coach che usa l'IA, racconta bene il nostro approccio. È un investimento sul futuro e i frutti si vedranno nei prossimi anni».
Capitolo pensioni: scelta inevitabile quella di ridurre le uscite anticipate? Quando riapre il cantiere della riforma?
«Ci sarà un confronto, prima con la maggioranza e poi con tutte le parti sociali. La spesa previdenziale riguarda tutti, un dibattito centrale in Europa anche alla luce della crisi demografica. Avere un milione di nuovi lavoratori aiuta l'Inps, poi serve un outlook sul futuro».
Previdenza complementare e Tfr: che sistema si delinea?
«La previdenza complementare è il secondo pilastro: necessario per garantire una migliore qualità della vita futura, soprattutto ai giovani. È una questione culturale, non solo economica».
Come risponde a chi accusa il governo di far
pagare il conto a lavoratori e pensionati?«Sono convinta che gli interventi della manovra, sul primo e secondo livello della contrattazione, miglioreranno i redditi delle famiglie e sosterranno anche i consumi».