Pene più alte per gli scafisti e quote regolari: le novità del dl immigrazione

Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri si muove su un doppio binario: contrastare le partenze irregolari e favorire i flussi legali

Pene più alte per gli scafisti e quote regolari: le novità del dl immigrazione

Pene più alte per i trafficanti di esseri umani, programmazione dei flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri, contrasto alle agromafie e gestione dei centri per migranti. Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri si muove su un doppio binario: contrastare le partenze irregolari e favorire ingressi legali in Italia. Dalla bozza del testo emergono molte novità sul fronte dell'immigrazione: ecco cosa cambia in seguito alla mossa del governo guidato da Giorgia Meloni.

Le pene per trafficanti e scafisti

Nel mirino del dl sono finiti tutti coloro che promuovono, dirigono, organizzano, finanziano o effettuano il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato - per consentirne l'ingresso illegale - con condizioni che mettono in pericolo la vita delle persone e che non rispettano un trattamento umano: si prevede la reclusione da 20 a 30 anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone. Invece se dal fatto deriva la morte di una sola persona la reclusione va dai 15 ai 24 anni.

I flussi di ingresso

Per il triennio 2023-2025 le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, sono definite con decreto del presidente del Consiglio. Si assegnano in via preferenziale delle quote riservate ai lavoratori di Stati che, anche in collaborazione con il nostro Paese, "promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l'incolumità personale derivanti dall'inserimento in traffici migratori irregolari".

Il contrasto alle agromafie

Un'importante novità arriva anche per quanto riguarda l'ingresso dei lavoratori del settore agricolo e il contrasto alle agromafie. L'articolo 5 del decreto legge fa riferimento ai datori di lavoro che hanno presentato la domanda per l'assegnazione di lavoratori agricoli e che non sono risultati assegnatari di tutta o di parte della manodopera oggetto della domanda: a loro è riconosciuta la possibilità di ottenere "l'assegnazione dei lavoratori richiesti con priorità rispetto ai nuovi richiedenti, nei limiti della quota assegnata al settore agricolo".

La gestione dei centri per migranti

Tra le altre cose si interviene sulle misure straordinarie in materia di gestione dei centri per migranti. Cosa accade se ricorre un "grave inadempimento" degli obblighi previsti dallo schema di capitolato di gara e l'immediata cessazione dell'esecuzione del contratto possa "compromettere la continuità dei servizi indifferibili per la tutela dei diritti fondamentali" e la salvaguardia dei livelli occupazionali? A quel punto il prefetto nomina uno o più commissari "per la straordinaria e temporanea gestione dell'impresa, limitatamente all'esecuzione del contratto di appalto".

Ingresso e soggiorno al di fuori delle quote

L'ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato è consentito allo straniero che risiede all'estero che ha provveduto a completare un corso di formazione professionale e civico-linguistica "organizzato sulla base dei fabbisogni manifestati al Ministero del lavoro e delle politiche sociali" dalle associazioni di

categoria del settore produttivo interessato. La domanda di visto di ingresso è presentata entro 6 mesi dalla conclusione del corso ed è corredata dalla conferma della disponibilità ad assumere da parte del datore di lavoro.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica