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Vertice di maggioranza, si lavora alla manovra: "Stop alla stagione dei bonus"

A Palazzo Chigi vertice di maggioranza sulla manovra di Bilancio, per la quale sono iniziate le discussioni. Verso la fine dell'incontro a Palazzo Chigi è arrivato il ministro Giuli

Vertice di maggioranza, si lavora alla manovra: "Stop alla stagione dei bonus"
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Altro vertice di maggioranza a Palazzo Chigi per il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, e Maurizio Lupi, leader di Noi moderati. Presente al vertice anche il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Il tema all'ordine del giorno di questo incontro è la prossima legge di Bilancio, alla quale l'esecutivo sta lavorando intensamente. La tabella di marcia prevede che il piano strutturale di bilancio dell'Italia venga approvato in Consiglio dei ministri entro il 20 settembre, giorno in cui dovrà essere presentato alla Commissione Ue, non prima di aver validato il testo in una seduta del Consiglio dei ministri che al momento è prevista per martedì 17 settembre, anche se non ancora convocata. L'obiettivo del premier è di convocare una colazione di lavoro almeno una volta alla settimana da qui alle prossime settimane per discutere della manovra.

Nella nota congiunta rilasciata a seguito dell'incontro, si legge che "il ministro Giorgetti ha illustrato ai leader del centrodestra la situazione dei conti pubblici ad oggi e le nuove procedure di bilancio alla luce del nuovo Patto europeo". Nel corso del vertice, prosegue la nota dei leader, è "stata ribadita la volontà di proseguire nel solco di una politica di bilancio seria ed equilibrata, confermare quanto di buono è stato fatto e verificare cosa di nuovo può essere attuato concentrando tutte le risorse a disposizione sulle priorità già indicate". Priorità che sono: famiglia, imprese, giovani e natalità. L'obiettivo, conclude la nota, è mettere "definitivamente la parola fine alla stagione dei bonus che hanno dimostrato non produrre alcun risultato".

Il piano di bilancio strutturale è una misura nuova che è stata introdotta con la riforma del Patto di stabilità, step approntato a seguito della riattivazione dei vincoli di finanza pubblica sospesi nel 2020. Il termine del 20 settembre è un obiettivo realistico per il governo, a differenza di quanto sta accadendo in Francia, che ha già chiesto alla Commissione europea una proroga oltre quel termine. L'Italia come obiettivo la definizione della spesa netta, coerente con le nuove regole, per il rientro dal deficit.

Il pranzo di lavoro di oggi si è protratto per circa due ore. "Perfetta sintonia su tutto, non si è parlato di Rai", ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine dell'incontro una volta arrivato a un evento di Confartigianato. E durante l'intervento il vicepremier, riferendosi alla prossima manovra economica, ha fatto sapere che "o si stringe la cinghia o si punta sulla crescita, rispettando determinate regole di serietà". Dal suo punto di vista, è la seconda opzione "quella giusta, perchè la politica di crescita è l'unica che ci permette di ridurre il debito pubblico". Significa, ha proseguito, che "il governo deve profondere tutti i suoi sforzi per mantenere quello che abbiamo fatto lo scorso anno. A cominciare dal taglio del cuneo fiscale" e passando per le aliquote Irpef per le quali, anzi, "forse bisognerebbe fare qualche cosa di più. La proposta che faremo è quella di passare dal 35 al 33 per cento e creare anche una no tax area fino a 12mila euro di reddito".

Tra gli obiettivi c'è anche l'estensione dei benefici di decontribuzione finora destinati alle mamme lavoratrici anche alle madri con Partita Iva. E, infine, ha spiegato che verrà chiesto "di rifinanziare il fondo di garanzia per i mutui per i giovani che hanno preso la prima casa e che si iscrivono alle università". Quindi ha confermato, come detto già in altre occasioni anche dal premier Meloni e dal ministro Giorgetti, che "la manovra non sarà lacrime e sangue" e che "non sperpereremo i soldi pubblici".

Mentre il vertice era in via di conclusione, da un ingresso laterale è entrato a Palazzo Chigi il neo-ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che venerdì scorso ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in seguito delle dimissioni di Gennaro Sangiuliano.

Il colloquio tra il nuovo ministro e il presidente del Consiglio, che si è svolto dopo il vertice di maggioranza, è durato circa un'ora e mezzo: è il primo incontro istituzionale dopo la nomina al ministero della Cultura.

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