Il bilancio preventivo 2006 approvato dalla giunta di Palazzo Marino contiene anche il piano di opere pubbliche relative al prossimo anno e quello triennale 2006-2007-2008. Per il 2006 è prevista una spesa di due miliardi, 307 milioni e 541mila euro, mentre per il 2007 la spesa è di un miliardo, 274 milioni e 558mila euro e per il 2008 di un miliardo, 221 milioni e 162mila euro.
«Se riusciamo a incassare il corrispettivo della vendita della Sea entro la prima decade di dicembre spiega il vicesindaco Riccardo De Corato già nel 2005 potrebbero essere finanziate alcune delle più importanti opere pubbliche inserite nel piano 2006. Ad esempio le nuove linee 4 e 5 della metropolitana, il Canale drenante nord a Niguarda e la Città delle culture. Tutte opere che hanno la precedenza, essendo state già previste nel piano delle opere pubbliche 2005. Abbiamo le idee chiare su quello che va fatto per Milano con quei soldi. Ricordo anche che dopo nove anni lasciamo spa e municipalizzate comunali senza buchi, anzi, incassando dividendi».».
Nel 2006 tra le tante opere previste nel piano, inizieranno i lavori per la realizzazione del Canale drenante nord a Niguarda per 68 milioni di euro, della Città delle culture per oltre 56 milioni di euro, delle nuove linee 4 per 800 milioni di euro e 5 della metropolitana per 503 milioni di euro e del prolungamento della linea 1 da Sesto San Giovanni a Monza Bettola, per 90 milioni di euro. Sempre entro il 2006 si completerà il piano di ristrutturazione degli asili nido e delle scuole materne, elementari e medie per oltre 200 milioni di euro, e inizieranno i lavori per il risanamento di interi quartieri periferici come Monterotondo, via Rizzoli, via Teramo e via Feltrinelli che prevedono un investimento di oltre 24 milioni di euro. È stata intanto prorogato al 31 ottobre alle ore 17 il termine per partecipare allasta pubblica di vendita del 33 per cento di Sea, la società che gestisce gli scali di Linate e Malpensa. «Sono stati - spiega lassessore al Bilancio Mario Talamona - gli stessi investitori a chiederci di rinviare la scadenza. La proroga si deve solo ed esclusivamente a motivi tecnici».
Sul decreto del governo per aiutare Alitalia che porterebbe a una perdita di ricavi per le società aeroportuali e quindi anche per Sea, Talamona ha poi commentato: «Il problema cè e sicuramente per la vendita di Sea questo costituisce una difficoltà perché cè una posta contabile che viene meno. Ma questo non mette assolutamente a rischio la privatizzazione e il bando di gara. Gli investitori ci sono».
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