Neanche 24 ore e già una spaccatura. È Beppe Grillo che inaugura i bombardamenti politici su Pisapia, prima ancora di fargli mettere piede nel suo nuovo ufficio di primo cittadino. La novità, però, è che la bordate concepite sul web partono stavolta dallinterno del Palazzo. Idealmente da quel Consiglio comunale in cui il comico genovese ha portato un ragazzo poco più che ventenne, Matteo Calise, il candidato sindaco che al primo turno ha messo insieme un ragguardevole 3 per cento dei consensi, e che da oggi - a questo punto - si colloca anchesso allopposizione.
Già in campagna elettorale Grillo aveva mostrato di non apprezzare il candidato della sinistra ufficiale. Anzi lo aveva dato per spacciato elettoralmente già al primo turno: «Non ce la fa» aveva ferocemente sentenziato. Ora sarà per puntiglio, sarà per rubare la scena a vincitori e veri e dellultima ora calati a Milano, Grillo calca la mano: lo chiama «Pisapippa» e scrive che con lui «ha vinto il sistema. Quello che ti fa scendere in piazza perché hai vinto tu, ma alla fine vince sempre lui. Che trasforma gli elettori in tifosi contenti che finalmente ha vinto la sinistra o alternativamente, ha vinto la destra».
Ce nè ovviamente anche per il Pd: «Qualcuno - si chiede - ha detto al Pdmenoelle che è facile vincere con i candidati degli altri. Già, ma chi sono gli altri? Pisapia avvocato di De Benedetti, tessera pdmenoelle numero uno (che ha per lingegnere svizzero gli stessi effetti taumaturgici della mitica monetina di Zio Paperone), Fassino deputato a Roma e sindaco a Torino che vuole la militarizzazione della val di Susa?». E così via, stroncando.
Ma è senza appello il nuovo sindaco di Milano? Non proprio. Unultima chance, almeno, gli resta. Scrive Grillo: «Se Pisapia fermerà almeno la costruzione mostruosa dellExpo 2015 insieme a quella di City Life, chiuderà gli inceneritori, taglierà del 75% gli stipendi degli assessori comunali, mi ricrederò, pensate che lo farà?». «A leggere i giornali - si rammarica oggi - sembra che il Movimento 5 Stelle sia stato cancellato dalla politica, spazzato via dal nuovo che avanza».
Solite sparate? Sì, in parte è così, ma non è tutto. La fiammeggiante invettiva del comico-politico sembra poter avere un piano di lettura anche interno al Movimento. Che si presenta sfaccetato, a volte diviso. A nessuno è sfuggito che fra una stroncatura e laltra del leader carismatico il giovane Calise abbia praticamente individuato in Pisapia il candidato più affine ai suoi, per il secondo turno. Non unindicazione di voto precisa, ma una preferenza implicita e inequivocabile. Ora un richiamo allordine di questo tenore - della serie: Pisapia e Moratti pari restano - non può che dettare una rotta precisa e diversa, che esclude la tentazione di sconti e di appoggi a Palazzo Marino. Oggi può sembrare irrilevante, conoscendo la sinistra domani potrebbe non esserlo.
È tutto da vedere, dunque, come Calise si regolerà in Consiglio, e quanto ci resterà, perché voci di piazza e di Palazzo non escludono neanche un avvicendamento con un altro dei grillini, magari di più solida fede. Per ora la linea-Grillo colloca il Movimento allopposizione.
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