Grosso guaio in Paolo Sarpi

Nel racconto di Elisa Rossi, un intrigo internazionale tra Milano e Shangai

G iallo su giallo, copertina inclusa. L'esordio narrativo della milanese Elisa Rossi non poteva essere più azzeccato: un giallo ambientato tra la Chinatown milanese e la cosmopolita Shanghai, con un balzo nella vicina Svizzera, nel tempio dell'alta finanza, e un altro nelle opulente abitazioni meneghine dei mercanti d'arte orientale. Protagonista è Liu Hong, bellissima ingegnere cinese che, in assoluto segreto, indaga a Milano sugli illeciti finanziari di un importante funzionario del Partito Popolare Cinese. Lungo la strada, costellata di omicidi e arti marziali, si incrociano i milanesi di oggi: un dottore appassionato di agopuntura, un mercante d'arte dalla gestione un po' troppo allegra, una coppia di appassionati viaggiatori. Accanto a loro, italo-cinesi di tutti i tipi: il garzone delle consegne a domicilio, il ristoratore che fa gli involtini primavera migliori della città, il capo del quartiere che conosce i traffici di tutti e quello che ha la residenza chic in Canton Ticino. E poi c'è il personaggio forse più affascinante: Ai Lixiang, un'anziana la cui proverbiale saggezza ne decreta l'influenza in tutto il quartiere Paolo Sarpi. «Quando il drago muove la coda» (Nottetempo, pag. 381, 14 euro) è il titolo del romanzo di Elisa Rossi in cui spionaggio industriale, manipolazione genetica e produzione di armi batteriologiche si prendono per mano tra il porto di Shanghai e le vie di Milano: anticipiamo solo che l'eroina (ma si tratta davvero di un'eroina? Come ogni storia orientale che si rispetti il bene non sta da una parte sola) porterà a termine la sua delicata missione. Il tutto, tra una lezione di agopuntura e una consultazione dell'Yi Jing.
Elisa Rossi, una laurea in Filosofia e una in Medicina, da anni medico agopuntore e psicoterapeuta a Milano, intesse un giallo avvincente ambientato in una metropoli per certi versi insolita. «Non c'è nulla di strettamente autobiografico nei personaggi o nella storia descritta - spiega -, ma il mio mestiere di medico e di psicoterapeuta mi porta ogni giorno ad avere a che fare con vicende umane che a volte si aggrovigliano e che richiedono aiuto, fisico o psicologico, per rimuovere gli ostacoli». Dai racconti dei pazienti e dal suo amore per la cultura e le tradizioni cinesi nasce questo primo romanzo (opera sì di fantasia, ma assai documentata), inserito dalla raffinata casa editrice diretta da Ginevra Bompiani in una collana di letteratura fantastica, Il Pesa nervi, che si fregia della deliziosa copertina di Jean Blancheart dal gusto rétro.
Un pizzico di nostalgia traspare anche tra le pagine del romanzo di Elisa Rossi, una che la Cina la conosce bene, visto che già nei primi anni Ottanta vi soggiornò per quattro mesi per studiare le tecniche tradizionali di agopuntura. «Allora arrivavi a Pechino e non esistevano nemmeno i taxi: si girava tutti in bici o a piedi - racconta -: c'era un'atmosfera diversa che già sul finire degli anni Ottanta lasciava presagire un cambiamento. I profondi mutamenti di oggi sono tutti scaturiti dalla trasformazione avvenuta in quegli anni».

Di questa Cina, sospesa tra tradizione e modernità così come della Chinatown milanese dove convivono personaggi alla Ai Lixian e cinesi «milanesizzati» in tutto e per tutto, Elisa Rossi segue le trasformazioni. «Ma sospendo i giudizi», commenta. Poi ricorda un modo di dire cinese che recita «L'unica cosa costante è il cambiamento».

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