Guerra di bande rom. Spari in pieno giorno davanti alla polizia

LA CITTÀ INSICURA Il regolamento di conti. Scontro a fuoco alle 10 a due passi dal commissariato Poi nel campo di via Idro restano solo donne e bambini

Guerra di bande rom. Spari in pieno giorno davanti alla polizia

I più spaventati sono il cameriere 67enne del ristorante «Tre Pini» di via Tullo Morgagni, intento a spazzare il marciapiede davanti al suo locale, l’edicolante che stava lavorando sul lato opposto della strada e un poliziotto in servizio al commissariato Greco-Turro, all’angolo tra via Perotti e via Albertario, affacciatosi da una finestra dell’edificio per vedere cosa stava succedendo. Sono loro i testimoni oculari della singolare sparatoria lampo avvenuta ieri mattina nel quartiere Maggiolina, proprio davanti al presidio di polizia di zona e all’incrocio tra le tre strade. Una raffica di colpi partiti da una vettura in direzione di un’altra, i cui conducenti s’inseguivano tra loro tra le vie della città e, una volta giunti a quell’incrocio, si sono fermati ai bordi della strada e, a loro modo, affrontati. Quindi le due vetture si sono dileguate e hanno fatto perdere le tracce.
Un regolamento di conti, in pieno giorno, che poteva rischiare di coinvolgere qualche innocente e che solo per caso non ha fatto feriti. Una vicenda i cui protagonisti sarebbero due gruppi di nomadi del campo di via Idro, fronteggiatisi per le vie della città per qualche questione al momento ancora misteriosa e poi spariti nel nulla: quando i carabinieri, dopo aver tentato inutilmente di raggiungere le due auto della sparatoria, si sono recati al campo, hanno trovato solo donne e bambini.
Sono le 10.20. Una Golf bianca, con sopra tre uomini, arriva a tutta velocità e sembra voler sostare all’angolo tra via Tullo Morgagni e via Albertario; contemporaneamente una Fiat Punto nera, con a bordo altri quattro uomini, giunge in via Perotti, proprio davanti al commissariato e sembra volersi accostare al marciapiede. I conducenti delle due auto, però, non spengono mai il motore, i passeggeri sembrano osservarsi a vicenda con grande interesse, come per fronteggiarsi. All’improvviso dalla Golf un uomo inizia a sparare contro la Punto. Cinque colpi, come si scoprirà dopo dai bossoli rinvenuti, di cui uno risulterà inesploso. Degli altri quattro spari solo due vanno a segno: uno colpisce accidentalmente l’anta della finestra al secondo piano del commissariato, dove un poliziotto si era sporto, dopo aver sentito gli spari; un altro centra il cofano di una Honda parcheggiata in via Morgagni.
Il tutto dura una manciata di secondi, poi le due vetture spariscono in due diverse direzioni: la Golf raggiunge via Arbe e si dirige verso la Milano-Meda (le forze dell’ordine perderanno le sue tracce in zona Bruzzano), mentre la Punto imbocca via Albertario, via Viollier e poi via Fracchia, riuscendo comunque a sparire.
Sul posto arrivano i carabinieri e la polizia. Gli uomini della questura, però, non appena appurano che il commissariato non è stato che un bersaglio accidentale, non certo un obiettivo, abbandonano l’indagine.

I militari allora chiudono l’incrocio tra le tre strade dove il passaggio viene bloccato e ascoltano il poliziotto, il cameriere, l’edicolante e pochi altri testimoni, ricostruendo con esattezza l’accaduto attraverso le loro parole. Al campo nomadi di via Idro, complice le targhe delle vetture, ci arriveranno poco più tardi. Inutilmente.

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