Nessuno, a parte forse l'Impero ottomano, in Medio Oriente ha combattuto lo stesso numero di guerre di Israele. Lo Stato ebraico attacca e si difende dall'anno della sua fondazione, nel 1948, quando scoppiò il primo conflitto con le nazioni arabe. Da allora tutto o quasi è cambiato, sul piano politico ma soprattutto a livello militare. I numeri delle forze armate israeliane non sono sorprendenti come quelli di altri Paesi vicini o lontani, ma con 634.500 uomini, di cui 169.500 in servizio e 465mila in riserva, Tel Aviv può contare su parecchi soldati, esperti e non, pronti a rispondere alla chiamata in qualsiasi momento. Lo dimostra la mobilitazione di circa 300mila riservisti intorno alla Striscia di Gaza, avvenuta in tempi record per arrestare la minaccia esistenziale posta da Hamas.
Nonostante i tentativi di riforma in corso, le Israel Defense Forces (Idf) sono un esercito regolare che fa affidamento sulla coscrizione obbligatoria e il reclutamento dei volontari. Al compimento dei 18 anni ciascun cittadino israeliano deve prestare servizio militare presso le Idf per un periodo di tre anni (due per le donne). Questa rigida organizzazione, insieme all'attenzione dei governi che annualmente destinano il 5% del Pil alla spesa militare, rappresenta un punto di forza per Israele. Ma non c'è solo il fattore umano.
I mezzi aerei di Israele
Buona parte del budget dedicato alla Difesa finisce infatti in ricerca e sviluppo, oltre che all'acquisto di armi dall'estero, perlopiù occidentali. Israele vanta alcuni dei più avanzati sistemi tecnologici creati dai suoi scienziati e dalle sue aziende, talvolta con l'aiuto dell'industria bellica statunitense. Il sistema di difesa aerea Iron Dome, inaugurato nel 2011, protegge i cieli israeliani dai razzi nemici grazie a una complessa apparecchiatura radar in grado di intercettare fino al 90% dei bersagli. Ci sono poi gli elicotteri da combattimento Apache, di cui Israele dispone in grandi quantità (un centinaio).
I mezzi principali dell'aviazione sono però i cacciabombardieri di produzione americana, gli F-35 e gli F-16 Fighting Falcon o "Sufa" (Tempesta), come lo chiamano a Tel Aviv. La flotta di F-16 israeliani consta di una settantina di aerei che possono sparare missili aria-aria, aria-superficie e antinave, oltre naturalmente ad avere una mitragliatrice e la possibilità di sganciare bombe a grappolo o a caduta libera. Il governo israeliano, tuttavia, sta potenziando l'aeronautica puntando sulla sostituzione nel prossimo futuro degli F-16 con gli F-35, jet multiruolo che costano di più. Mostra i suoi anni ma rimane comunque affidabile la serie di caccia da superiorità aerea F-15 Strike Eagle, già impiegato durante l'operazione pace per la Galilea in Libano nel 1982.
Tank e sottomarini
Per quanto riguarda i veicoli di terra, la linea di carri armati Merkava resta protagonista sul campo di battaglia, con gli Mk4 e Mk3 posizionati a Gaza e pronti ad entrare da un momento all'altro nella città palestinese. I Merkava sono tank esclusivamente israeliani (l'export è vietato) noti per le loro corazze protettive. L'ultima versione, il Mk4 "Barak", è entrato in servizio il mese scorso. Israele ha oltre 2mila carri armati nel suo arsenale.
Via mare, invece, Tel Aviv può attaccare con le corvette e le navi lanciamissili della classe Sa'ar. La marina israeliana ha in dotazione 49 imbarcazioni da combattimento e pattuglia. Presenti anche cinque sottomarini della classe "Dolphin" a propulsione diesel-elettrica e indipendente dall’aria (Aip) che montano missili da crociera a lungo raggio.
Cosa si sa delle armi nucleari israeliane
Infine, l'arma "segreta" anche se così segreta non lo è più:
l'atomica. Israele non ha mai ufficialmente ammesso di possedere armi nucleari, ma è un fatto risaputo e secondo le ultime stime dovrebbe conservare una novantina di testate nei suoi depositi di stoccaggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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