
Ore frenetiche per i corridoi della Casa Bianca. Per l'amministrazione Trump le prossime ore saranno fondamentali. Il tycoon deve decidere se scendere in guerra al fianco di Israele per dare la spallata definitiva al regime di Teheran e al suo programma nucleare. In attesa della luce verde del presidente, da settimane il Pentagono muove truppe e mezzi per rinforzare la sua presenza nella regione. Da giorni si discute in particolare dell'uso dei bombardieri B-2 Spirit e dell'uso della super bomba GBU-57, l'ordigno da 14 tonnellate dimensionato distruggere i bunker del programma atomico iraniano.
Secondo il sito israeliano Ynet quattro Spirit si troverebbero già nella base di Diego Garcia, in Territorio britannico nell'Oceano Indiano, ma in realtà nessuno dagli Usa conferma e la stessa foto postata al portale mostra altri bombardieri, ma non lo stealth. Una foto del 14 giugno scattata dal servizio satellitare cinese MizarVision mostra alcuni B-52 con vicine delle casse di munizionamento. Ad aprile, nel momento di massima pressione sui miliziani sciiti Houthi in Yemen, a Diego Garcia erano presenti ben sei Spirit, che poi all'inizio di maggio sono stati spostati tra Stati Uniti e Asia. Ma al di là dei bombardieri, il il dispositivo americano nella regione è molto esteso.
Satellite image of Diego Garcia shows B-52 bombers staged near munition igloos with support vehicles present.
— AF Post (@AFpost) June 18, 2025
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Caccia, aerei e navi da guerra: gli Usa muovono le truppe
Come ha notato il Washington Post negli ultimi giorni sono confluiti nelle basi americane nella regione caccia e aerei cisterna aggiuntivi. Non è chiaro il numero, ma moltissimi analisti Osint stanno monitorando i tracciati dei mezzi che confluiscono tra Europa e Medio Oriente. Secondo l'Aurora Intel, un gruppo che verifica in tempo reale le fonti aperte sui social, diversi aerei cargo come C-17 e KC-135 sono stati dispiegati tra Regno Unito, Spagna, Germania e Grecia. I caccia americani hanno invece iniziato pattugliamenti nei cieli di mezzo Medio Oriente pattugliando e fornendo eventuale supporto difensivo a Israele e alle strutture americane. Nell'area sarebbero arrivati una dozzina di F-12 e F-35
Oltre ai caccia, va segnalata la presenza anche di navi da guerra americane come il cacciatorpediniere USS The Sullivans. A questo si è aggiunto il gruppo di attacco della portaerei USS Carl Vinson che al momento si trova al largo del Mar Arabico insieme ad altre quattro navi da guerra. Secondo fonti del Pentagono mentre la USS The Sullivans fornisce anche supporto difensivo a Israele, la portaerei è stata dispiegata per proteggere le truppe americane di stanza nel Golfo dell'Oman e nel Golfo Persico.
Funzionari del dipartimento della Difesa hanno fatto sapere che nelle prossime settimane dovrebbe arrivare nell'area anche una seconda portaerei, la USS Nimitz con relativo gruppo di attacco e che i due team dovrebbero trattenersi nell'area anche per una settimana. A tutto questo vanno aggiunte anche le navi americane ferme nel Mar Rosso con l'ordine di fornire una scudo missilistico in caso di attacchi nell'area da parte delle milizie sciite Houthi dello Yemen.
Secondo la Cnn sarebbe pronto anche un terzo gruppo di attacco da inviare nell'area, quello della USS Ford. La prossima settimana la portaerei dovrebbe arrivare dall'Europa verso il Medio Oriente. Il dispiegamento della Ford in Europa era previsto da mesi, ma ora dovrebbe essere dirottata verso il Mediterraneo orientale, vicino a Israele.
Quasi 50 mila uomini in stato di allerta
Gli Usa sono presenti in Medio Oriente fin dal 1958, quando una serie di contingenti vennero inviati per la crisi libanese arrivando a stanziare 15 mila uomini tra soldati e Marines. Oggi le truppe americane sono molto più numerosi. I dati non sono precisi perché Washington non conferma tutti i dispiegamenti, ma stando a varie fonti dell'amministrazione Usa il numero sfiorerebbe i 45-50.000 uomini.
Secondo un calcolo del Council on Foreign Relations gli Usa hanno un network di decine di basi ben distribuito, da semplici avamposti nel deserto siriano, fino a grossi impianti sparsi tra gli Stati del Golfo. Le basi permanenti più importanti sono circa otto e disseminate tra Bahrain, Egitto, Iraq, Giordania, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita.Le basi più importanti, oltre a Diego Garcia sono almeno cinque:
- Base aerea di Al Udeid (Qatar). Si tratta della base più grande di tutto il Medio Oriente. Realizzata nel 1996, copre un'area di 240.000 metri quadrati e può ospitare oltre 100 caccia e droni, nonché 10 mila uomini. In passato è stato il fulcro delle operazioni americane in Iraq, Siria e Afghanistan.
- Base navale NSA (Bahrain). Si tratta di un avamposto realizzato su un'ex base britannica, la HMS Jufar. Questa base ospita circa 9 mila uomini tra civili e militari, ma soprattutto è la casa della Quinta Flotta.
- Camp Arifjan (Kuwait). Edificata nel 1999 si tratta di un'installazione militare poco lontana dalla capitale kuwaitiano, viene usata soprattutto per questioni logistiche, di hub militare e rifornimento.
- Base aerea di Al-Dhafra (EAU). È una base fondamentale per la raccolta di dati di intelligence e per fornire supporto alle operazioni di combattimento. Ospita vari strumenti di sorveglianza, droni e i caccia F-22
- Base aerea di Erbil (Iraq). Si tratta di un avamposto che fornisce supporto alle operazioni aeree in particolare in Siria e Iraq.