Guerra

Caccia tedeschi intercettano l'aereo spia russo: la tensione resta alta sul Baltico

Gli Eurofighter di Berlino hanno intercettato un Ilyushin Il-20M della Federazione, che viaggiava con il trasponder spento. Mosca continua a spiare le forze Nato sul fianco nord-occidentale dell'Alleanza

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Nuovo incontro ad alta quota tra la Nato e la Federazione. L’aeronautica militare tedesca ha riferito di aver intercettato un aereo militare russo sul Mar Baltico. “I nostri aerei da combattimento Eurofighter sono decollati oggi da una base lettone a Lielvarde per un volo di protezione, per intercettare sul Mar Baltico un aereo da ricognizione Il-20 proveniente dalla Russia che viaggiava senza transponder”, si legge nel post pubblicato su X dalla Luftwaffe.

Il velivolo intercettato era probabilmente un Ilyushin Il-20M, un aero da ricognizione prodotto durante l’epoca sovietica e utilizzato dall’Urss a partire dal 1969. Lo stesso tipo, questo, dei mezzi intercettati dagli Eurofighter italiani stanziati in Polonia nelle mattinate del 28 e 29 marzo. Dopo l’ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza atlantica, il Baltico è diventato un “lago” della Nato e, pertanto, non deve sorprendere che la Russia abbia aumentato le missioni di spionaggio e ricognizione aerea nella regione. Il blocco a guida Usa, inoltre, è in stato di massima allerta e ha rafforzato la sua presenza sul fianco nord-occidentale, comprese le missioni di air policing. Contatti con i velivoli della Federazione non sono dunque un fatto insolito.

Il Mar Baltico, inoltre, potrebbe diventare in futuro uno dei campi di battaglia più importanti di un eventuale conflitto aperto tra Russa e Patto atlantico. Le forze del Cremlino, infatti, dovrebbero coprire un fronte enorme, che va dall’Artico fino al Caucaso. La loro miglior speranza di contenere le forze occidentali sarebbe conquistare il corridoio di Suwalki, la striscia di terra che collega l’exclave di Kaliningrad alla Bielorussia, in modo da spezzare il fronte dell’Alleanza. L’area del Baltico si troverebbe dunque in prima linea.

Per scoraggiare eventuali azioni belliche, Estonia, Lettonia e Lituania hanno predisposto la creazione di un’ampia zona fortificata lungo il confine con la Federazione, mentre la Finlandia ha chiuso sine die i valichi di frontiera e acconsentito ad una stabile presenza di militari e armi statunitensi nel proprio territorio. La Polonia, invece, ha aumentato considerevolmente le proprie spese militari e punta a creare un esercito di 250mila uomini.

Oltre alla preparazione bellica, le varie nazioni dell’Est stanno monitorando attentamente anche le nutrite comunità russofone che risiedono nei loro territori, che Vladimir Putin potrebbe sfruttare sia per destabilizzare i Paesi, sia per giustificare un proprio intervento militare nascondendosi sotto l’egida della difesa dei propri compatrioti.

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