Guerra in Israele

Cambio al vertice dell'intelligence israeliana: scelto il nuovo comandante

Il generale Shlomi Binder è stato nominato come successore di Aharon Haliva, che aveva presentato le sue dimissioni il 22 aprile e si era assunto pubblicamente la responsabilità degli errori che hanno portato all'attacco del 7 ottobre

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Cambio al vertice dell’esercito israeliano. Il generale Shlomi Binder è stato scelto come nuovo capo della direzione dell’intelligence militare, dopo le dimissioni di Aharon Haliva consegnate al capo di Stato maggiore delle Idf il 22 aprile. La nomina, insieme a diverse altre, è stata effettuata dal comandante delle forze ebraiche Herzi Halevi e dal ministro della Difesa Yoav Gallant a seguito di “un lungo processo”.

Secondo quanto riferito dall’esercito, le scelte sono ricadute su “comandanti che si sono distinti in combattimento sul campo e al quartier generale”. Il generale Binder, che ha ricoperto fino ad oggi il ruolo di capo della divisione operativa, ha comandato anche la 91esima divisione regionale “Galilea”. Stando a quanto riportato dal Times of Israel, alcuni parlamentari della Knesset si sono opposti a questi cambi al vertice dei servizi di sicurezza perché convinti che non fossero opportune in tempo di guerra. Esse, però, erano anche inevitabili dopo la debacle del 7 ottobre.

L’ormai ex numero uno dell’intelligence militare Haliva si era pubblicamente assunto la responsabilità degli errori che hanno portato all’attacco di Hamas già una settimana e mezzo dopo l’inizio della guerra. “Non abbiamo rispettato il nostro compito. Da allora mi porto dietro quel giorno nero, giorno e notte. Porterò per sempre con me il terribile dolore della guerra”, ha scritto in una lettera indirizzata al capo di Stato maggiore Herzi Halevi, nella quale ha chiesto anche l’istituzione di una commissione d’inchiesta. Haliva non ha mai chiarito quali siano state nello specifico le mancanze del dispositivo di sicurezza dello Stato ebraico, ma è probabile che tutti i dubbi saranno chiariti durante le indagini che verranno avviate dopo la fine del conflitto.

L’insediamento di Shlomi Binder non dovrebbe creare problemi nello svolgimento delle operazioni delle forze armate, che attendono il via libera di Netanyahu per l’attacco a Rafah, città al confine con l’Egitto e ultima roccaforte dei terroristi nella Striscia. Non è ancora noto se e quando il premier darà inizio all’operazione, vista l’opposizione degli Stati Uniti e le trattative per la liberazione degli ostaggi che sembrano essere nuovamente entrate in una fase di stallo.

Una situazione, questa, che sta generando malumori all’interno dei vertici militari, che hanno accusato il primo ministro di non prendere decisioni riguardo a “questioni fondamentali” per lo svolgimento del conflitto e la gestione futura della Striscia di Gaza.

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