Guerra in Israele

Chi ha ordinato l'attacco contro Israele e quali sono le capacità dell'esercito iraniano

L'Iran ha scelto dal 1979 non solo la via della teocrazia, ma anche quella dello Stato-caserma. Una potente catena di comando, un esercito gigante e l'industria nazionale delle armi sono alla base dello "show" di questa notte

Chi ha ordinato l'attacco contro Israele e quali sono le capacità dell'esercito iraniano

Negli stessi istanti in cui, questa notte, veniva dato il comando ai primi Shaded di attaccare Israele, l'ayatollah Khamenei ricorreva a un mezzo tutto occidentale per promuovere la propria impresa: X, ex Twitter. "Il malvagio regime sionista sarà punito", scriveva questa notte la Guida suprema dell'Iran, postando un video che ritrae ai festeggiamenti per la fine del Ramadan. "Gli uffici del consolato e dell'ambasciata in qualsiasi paese in cui esistono sono considerati come il territorio del paese a cui appartiene l'ambasciata. Attaccare il nostro consolato è come attaccare il nostro suolo. In questo caso il regime malvagio ha fatto una mossa sbagliata. Dovrebbe essere punito e sarà punito".

La catena di comando iraniana

Khamenei, sulla cresta dell'onda fin dagli anni Ottanta, è il vertice di una complessa struttura di potere che materializza e plasma la politica estera di Teheran. Alle sue dipendenze vi è il Supremo Consiglio per la Sicurezza Nazionale guidato dal segretario Ali Akbar Ahmadian, vecchio pasdaran: quest'organo è quello che realmente definisce e decide qualsiasi cosa in fatto di sicurezza militare e di rapporti con l'Estero. Ma nonostante questo importante fardello collettivo, il dito sul bottone finale restare sempre quello dell'ayatollah.

A seguire, ci sono poi i pezzi da novanta della sicurezza: Hossen Salaimi, capo dei guardiani; Esmail Qaani, il comandante dei famigerati Quds che tutto e ovunque possono, il gioiello del defunto generale Soleimani, che proprio Qaani è andato a sostituire più o meno degnamente. A seguire, il cerchio magico dell'intelligence: Mohammad Kazemi, da due anni è il direttore di quella dei pasdaran e uomo di fiducia di Khamenei. Questo ramo sarebbe perennemente in lotta con l'intelligence generale, guidata da Esmail Katib, esponente del clero iraniano. Un sistema maglie fitte che, tuttavia, si è lasciato scappare gravi falle in passato che hanno permesso sabotaggi e infiltrazioni.

Le capacità militari dell'Iran

Questa notte Teheran ha voluto lanciare diversi messaggi a Israele, come al resto del mondo. Non solo rispondere all’attacco al Consolato a Damasco, il casus belli in questione, ma mostrare di cosa è capace e di che portata è la propria potenza. Nulla mai visto sino a qui. Negli ultimi anni, sono le vicende legate al nucleare iraniano che hanno fagocitato l'attenzione dei nemici di Teheran, dagli Stati Uniti agli alleato occidentali. Poco sappiamo, invece, delle forze armate iraniane.

L'esercito iraniano è uno tra i più grandi del Medio Oriente, con quasi 600mila effettivi in servizio e circa 200mila riservisti addestrati tra esercito e Corpo delle Guardie rivoluzionarie. Entrambi questi rami possiedono forze terrestri, aeree e navali separate e perennemente operative. Se le Guardie sono responsabili della sicurezza dei confini, lo Stato Maggiore delle forze armate si occupa del coordinamento e delinea la strategia complessiva. Le Guardie rivoluzionarie si occupano anche della gestione dei Quds, l'unità speciale che si occupa di armare e addestrare i proxy in tutto il Medio Oriente presso quello che è stato più volte definito come "Asse della resistenza".

L'arsenale iraniano

La notte appena trascorsa è stata forse una delle più grandi parate militari iraniane di tutti i tempi. Un grande show in cui mostrare tutta la propria santabarbara, e al contempo un avvertimento ai nemici. Per lungo tempo, la strategia militare dell'Iran è stata tendenzialmente legata alla deterrenza, sviluppando missili di precisione a lungo raggio, droni e difese aeree. Accanto a questo, è stata creata una grande flotta di motoscafi e di piccoli sottomarini, in grado di disturbare il traffico marittimo e le forniture energetiche che attraversano il Golfo Persico e Hormuz.

Oggi, l'arsenale iraniano include missili da crociera e antinave, nonché missili balistici con gittata fino a 2000 km. La postura internazionale del Paese, ha sottoposto il regime degli ayatollah a numerose sanzioni internazionali, lasciando fuori Teheran dal mercato ufficiale delle armi e delle tecnologie. Questo ha generato una potente spinta alla produzione nazionale, con qualche "aiutino" dalla Corea del Nord per quanto riguarda i piccoli sottomarini.

E poi ci sono i droni, che hanno rivoluzionato il warfare contemporaneo più o meno ovunque. L'inventario di cui dispone Teheran ha una portata compresa fra le 1200 e 1550 miglia, potendo volare a bassa quota per ingannare i sistemi radar. L'Iran degli ultimi anni non ha mai nascosto questa potente sterzata, anzi ha mostrato spesso con orgoglio i propri droni durante le parate militari e le fiere di settore.

Proprio questi potenti velivoli sono al centro della complessa diplomazia della guerra che l'Iran tesse all'estero: non va dimenticato che il Paese foraggia con i propri il conflitto russo in Ucraina, ma droni iraniani sono spuntati fuori anche nel conflitto in Sudan.

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