Guerra in Israele

Così veniamo bombardati da infinite "fake news"

La Ue interviene per fermare le false notizie. Nel mirino tutte le piattaforme: da Facebook a "X" di Elon Musk

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Che la guerra sia il regno delle bugie e della propaganda lo aveva stabilito già lo storico Marc Bloch in un memorabile saggetto: La guerra e le false notizie (in Italia uscito per i tipi di Donzelli) incentrato sull'esperienza dello studioso nella Prima guerra mondiale. Ma la propaganda e il conflitto mediatico a colpi di fake news hanno raggiunto un livello mai visto prima. Un livello in cui entra ormai in gioco anche l'intelligenza artificiale.

Ne abbiamo avuto una tragica avvisaglia nell'aggressione russa all'Ucraina, appoggiata anche da una robustissima disinformazione social verso l'Occidente. Ne abbiamo la conferma esponenziale ed immediata per quanto riguarda Israele aggredito dai terroristi di Hamas. NewsGuard ha lanciato ieri il Centro di monitoraggio della disinformazione. Secondo la piattaforma, con base a New York, affermazioni assolutamente false sul conflitto (poi vedremo la natura di alcune di esse) a tre giorni dall'attacco di Hamas, avevano già ottenuto un totale di 22 milioni di visualizzazioni su X (ex Twitter), TikTok e Instagram.

Tra le false notizie, per fare un esempio, una di quelle che ha avuto maggiore circolazione è che Israele abbia inscenato l'attacco per avere l'opportunità di aggredire Gaza. Vi sembra una follia? Gli analisti di NewsGuard hanno identificato 31.745 post e articoli sulla guerra tra Israele e Hamas contenenti l'espressione «false flag» (operazione sotto falsa bandiera) o simili. Hanno generato una valanga di like e di commenti. Esistono poi i contenuti che sono propriamente inneggianti ai terroristi. Una situazione che ha portato il commissario europeo Thierry Breton a mettere in guardia Meta (la società che possiede Facebook e Instagram). Ha concesso 24 ore a Mark Zuckerberg per comunicare quali misure verranno messe in atto per porvi rimedio. Il commissario nella sua lettera a Zuckerberg ha fatto riferimento agli attacchi terroristici di Hamas contro Israele dopo i quali «vengono disseminati contenuti illegali e disinformazioni nella Ue». Una comunicazione analoga è stata inviata a Elon Musk, proprietario di X (ex Twitter). Ieri poi è stato il turno anche di TikTok. Al ceo del social cinese, Shou Zi Chew, il commissario ha ribadito che «TikTok ha l'obbligo particolare di proteggere i bambini e gli adolescenti dalla propaganda terroristica».

Al momento è arrivata la risposta di Meta che ha spiegato i provvedimenti presi: «Dopo gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele abbiamo rapidamente istituito un centro operativo dedicato composto da esperti, incluse persone che parlano la lingua ebraica e araba, per monitorare...». Intano ieri in serata i servizi della Commissione Europea hanno annunciato di aver inviato a X, già Twitter, una richiesta formale di informazioni ai sensi della legge sui servizi digitali. Essendo designata come Very Large Online Platform, X è tenuta a rispettare le disposizioni introdotte a fine agosto 2023, «inclusa la valutazione e la mitigazione dei rischi legati alla diffusione di contenuti illegali, disinformazione...».Il dato allarmante è che a differenza dei Paesi autoritari, come la Cina o la Russia o l'Iran, le democrazie occidentali vivono e decidono a partire dalla pubblica opinione, dalla volontà popolare. Ora la capacità di bombardare di falsità questa pubblica opinione è enormemente potenziata.

I nostri telefoni sono un campo di battaglia, e bisogna saperlo.

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