
L’Europa deve prepararsi a difendersi da sola. Nel panorama strategico dei prossimi dieci anni, l’ipotesi che il Vecchio Continente debba assumersi in prima persona l’onere della propria sicurezza appare non solo plausibile, ma sempre più inevitabile. A lanciare l’allarme è stato il commissario europeo per la Difesa, Andrius Kubilius, secondo cui gli Stati Uniti sono destinati a ridurre progressivamente il loro impegno militare nel continente europeo.
La "profezia" del commissario Kubilius
“Difendere l’Europa facendo affidamento esclusivamente sulle proprie forze non sarà un compito semplice,” ha avvertito Kubilius, “ma dobbiamo essere pronti ad affrontare questa sfida”. Il commissario ha inoltre evidenziato tre elementi chiave che, combinandosi, rischiano di generare una crisi di sicurezza senza precedenti: il protrarsi del conflitto in Ucraina, la crescente assertività militare della Russia e un’accelerazione nel disimpegno americano dalla regione.
Nelle scorse ore, Kubilius ha avvertito che l’Europa deve prepararsi a una possibile escalation militare con la Russia già entro il 2027. Durante un’audizione parlamentare a Roma, ha parlato di una “tempesta perfetta” generata da tre fattori convergenti: la prosecuzione della guerra in Ucraina, l’aumento dell’aggressività russa e il progressivo disimpegno degli Stati Uniti dal continente europeo. In questo scenario, l’Unione Europea dovrà rafforzare urgentemente le proprie capacità difensive, potenziando l’industria militare e aumentando gli investimenti. Kubilius ha citato il principio “Si vis pacem, para bellum” per sottolineare la necessità di prepararsi alla guerra per garantire la pace.
Potenziare gli investimenti nel settore militare
"I nostri servizi di intelligence prevedono che a partire dal 2027-2028 Putin potrebbe essere pronto a mettere alla prova l'articolo 5 della NATO. Quest'anno Putin organizza nuovamente grandi esercitazioni militari “Zapad” in Bielorussia, vicino ai confini con la Polonia e la Lituania. Si tratta della prima volta dall'inizio della guerra nel 2022", ha tuonato Kubilius da Aquisgrana. "L'aggressività di Putin in futuro non potrà che aumentare. Se in Ucraina si raggiungesse la pace, Putin continuerebbe a mobilitare l'economia di guerra russa per produrre enormi quantità di armi. Al momento Putin è in grado di produrre quattro volte più armi di tutti i membri della NATO (compresi gli Stati Uniti) messi insieme", ha rimarcato.
Durante la sua missione a Roma, Kubilius, ha ribadito la necessità per i Paesi membri dell’UE di intensificare gli investimenti nel settore militare, sottolineando che l’accesso agli strumenti di sostegno finanziario comunitari — come i prestiti SAFE o la clausola di salvaguardia nazionale prevista dal Patto di Stabilità e Crescita — sarà condizionato dalla solidità delle finanze pubbliche dei singoli Stati. Nel caso dell’Italia, fortemente vincolata da limiti strutturali di bilancio, non sono emerse proposte specifiche da Bruxelles per facilitare il percorso. Kubilius ha evitato di indicare soluzioni alternative, auspicando però che il governo “individui autonomamente il modo più efficace per dare seguito all’imperativo strategico di rafforzare la spesa per la Difesa”.
L'"ottimismo" di von der Leyen
L'Ue deve cambiare marcia e assumersi la responsabilità in materia di sicurezza. Kubilius ha parlato di "trilioni di miliardi di spese aggiuntive da sostenere nel settore della difesa". Certamente più degli 800 miliardi che, con un certo ottimismo, Ursula von der Leyen aveva pianificato di mobilitare nei prossimi anni attraverso l'ampliamento del Patto di stabilità e crescita e lo strumento di prestito da 150 miliardi garantito dal bilancio dell'UE. "Secondo i prossimi accordi NATO, dovremo spendere ogni anno il 3,5% del PIL per la nostra difesa. Ma attualmente spendiamo meno dello 0,1% del nostro PIL per aiutare l'Ucraina nella sua difesa. C'è qualcosa che non va in questi numeri e nella nostra logica militare.
Perché questa differenza? Perché pensiamo che oggi sia più importante preoccuparci solo delle nostre capacità di difesa, e non delle capacità sufficienti dell'Ucraina, quando è l'Ucraina a difenderci dalla stessa minaccia?", ha tuonato Kubilius nel suo discorso al Forum del Premio Carlo Magno sull'Europa 2025 ad Aquisgrana, Germania.