Guerra

Forze speciali e tattica della "decapitazione": così Israele colpisce i leader di Hamas

Shin Bet e altre forze speciali israeliane sono già in azione nella Striscia di Gaza per effettuare ricognizione e cercare gli ostaggi in vista dell'attacco terrestre

Forze speciali e tattica della "decapitazione": così Israele colpisce i leader di Hamas

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L'attacco terrestre della Striscia di Gaza da parte delle Idf, le forze armate israeliane, sembra imminente nonostante gli sforzi della comunità internazionale occidentale di scongiurarlo. Gli Stati Uniti hanno fatto sapere, nella giornata di lunedì 23 ottobre, hanno chiesto a Tel Aviv di posticipare l'invasione per permettere di posizionare i rinforzi giunti in Medio Oriente a protezione delle basi americane e di altri obiettivi sensibili.

Israele ha mobilitato circa 300mila riservisti, giunti anche dall'estero, ed è proprio questa mossa a dettare i tempi dell'attacco terrestre: il personale di riserva, benché già avvezzo all'uso delle armi, va nuovamente addestrato ma soprattutto va equipaggiato, predisponendo anche il suo sostentamento durante tutto l'arco delle operazioni belliche. Pertanto una volta che sarà completato l'addestramento e sarà predisposta tutta la filiera logistica, potrà avere inizio la tanto temuta invasione della Striscia di Gaza, o almeno della sua parte settentrionale, come sembra.

I rischi dell'invasione

L'invasione rischia di essere un incubo per diversi motivi di ordine politico e militare. Da quest'ultimo punto di vista, un combattimento in un teatro urbano è sempre molto complicato da gestire per una forza attaccante: i carri armati perdono la loro mobilità e sono esposti ad attacchi dall'alto, la fanteria si trova a dover combattere casa per casa, tra le macerie, e nel caso della Striscia di Gaza avendo a che fare con la fitta rete di tunnel costruiti da Hamas nel corso di molti anni. Sotto il profilo politico l'invasione potrebbe innescare la reazione diretta dell'Iran, che fino a oggi ha tenuto “un basso profilo” sostenendo Hamas e infiltrando personale delle Irgc (il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica o pasdaran) in Libano e in Siria oltre ad armare e addestrare direttamente la frangia armata di Hezbollah.

Le forze d’élite di Israele

Israele in questi giorni sta preparando l'attacco di terra anche utilizzando le sue forze speciali. Team di incursori dello Shin Bet, l'agenzia di intelligence interna israeliana, del Shayetet 13 (l'equivalente locale dei Seal Usa) e del Sayeret Maktal (la Delta Force israeliana) si sono infiltrati nella Striscia di Gaza per effettuare ricognizione e individuare obiettivi di alto valore, oltre che per cercare di mappare la rete di tunnel di Hamas.

Un altro compito affidato a queste forze speciali è cercare di localizzare gli ostaggi catturati dal gruppo terroristico: qualcosa di non facile perché sono stati dispersi e affidati a poco personale che gode di estrema fiducia, onde evitare delazioni. Questa operazione non è semplice anche per via dell'alto numero di persone detenute e per i continui bombardamenti israeliani effettuati anche per diminuire il numero di possibili “covi” di Hamas.

Come funziona la tecnica della "decapitazione"

Le forze speciali segnalano poi all'aviazione israeliana – che sfrutta anche droni – la presenza di alti esponenti del gruppo, nel tentativo di decapitarne i vertici in vista dell'invasione, in un'operazione effettuata dallo Shin Bet che ha un nome preciso: Nili. Sino a oggi sembra che siano stati eliminanti 30 dirigenti di Hamas, ma dietro questi numeri non c'è conferma nonostante Tel Aviv ne sia sicura.

Questa tattica di “decapitazione” e di ricognizione preventiva che sfrutta anche le informazioni provenienti dall'intelligence (quindi anche da informatori prezzolati) non è affatto nuova e viene usata da tempo anche non in funzione di un attacco convenzionale in grande stile: gli Stati Uniti hanno agito in questo modo per eliminare personalità della resistenza irachena o per colpire i talebani in Afghanistan, e perfino per eliminare il generale iraniano comandante della Forza Quds Qassem Soleimani, la cui autovettura è stata colpita da un missile lanciato da un drone.

In Ucraina i russi hanno messo in atto la stessa dinamica sin dal 2014 per effettuare il colpo di mano in Crimea e la destabilizzazione del Donbass, sebbene con caratteristiche diverse in quanto le operazioni venivano tenute sotto la soglia del conflitto aperto attraverso unità senza insegne in modo da avere la possibilità di negazione plausibile.

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