
"Abbiamo preso atto della dichiarazione di ieri del presidente Trump". All'indomani dell'ultimatum lanciato dal presidente statunitense alla Russia è arrivata la replica ufficiale di Mosca. Per bocca di Dmitry Peskov, portavoce ufficiale del Cremlino, il governo russo ha fatto sapere che la guerra in Ucraina prosegue ma che la Federazione Russa resta impegnata nel processo di pace per risolvere la contesa con Kiev in maniera diplomatica. Ricordiamo che Donald Trump ha detto di essere "molto deluso" dal leader russo Vladimir Putin e di voler per questo ridurre l'ultimatum di "50 giorni" che aveva dato a metà mese a Mosca per porre fine al conflitto innescato il 24 febbraio di tre anni fa.
Mosca risponde a Trump
Trump è stato chiaro. "Non sono più così interessato a parlare con Putin", ha spiegato il presidente statunitense ripetendo la sua minaccia di sanzioni e tariffe secondarie sulla Russia "a meno che non si raggiunga un accordo". The Donald ha spiegato di amare il popolo russo ma ha fatto presente che "troppe persone stanno morendo". "Non voglio usare la parola mentire. Ma sembrava che in, diciamo, tre occasioni", si fosse vicini a "un cessate il fuoco e forse alla pace", ha proseguito il leader repubblicano. E poi, "all'improvviso, i missili volano su Kiev e altri luoghi. E io ho detto, che cosa significa tutto questo? Questo è successo troppe volte, non mi piace", ha concluso Trump.
La reazione del Cremlino non si è fatta attendere. ''L'operazione militare speciale prosegue. E restiamo impegnati nel processo di pace per risolvere il conflitto in Ucraina e tutelare i nostri interessi", ha dichiarato Peskov. Lo stesso portavoce ha spiegato che la Russia ha visto un rallentamento nei tentativi di rilanciare i rapporti con gli Stati Uniti. "C'è effettivamente un rallentamento", ha riferito l'alto funzionario russo ai giornalisti rispondendo a una domanda sui rapporti di Mosca con Washington, e aggiungendo: "Vorremmo vedere più dinamismo. Siamo interessati a questo. Per andare avanti, abbiamo bisogno di impulsi da entrambe le parti".
Cosa succede tra Russia e Usa
Le tensioni tra Russia e Usa restano quindi latenti. A gettare ulteriore benzina sul fuoco in un momento delicatissimo ci ha pensato Dmitry Medvedev. Il vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo ha scritto su X che ogni ultimatum di Trump a Mosca equivale ad "un passo verso la guerra" con gli Usa. "La Russia non è Israele e nemmeno l'Iran", ha tuonato Medvedev. "Ogni nuovo ultimatum è una minaccia e un passo verso la guerra. Non tra la Russia e l'Ucraina ma con il suo stesso Paese. Non incamminarti sulla strada di Sleepy Joe", ha quindi concluso la sua invettiva riferendosi all'ex presidente statunitense Joe Biden.
A Trump è stato recentemente chiesto se pensasse che Putin lo rispetti personalmente. "Sono sempre andato d'accordo con il presidente Putin" e "ho avuto un ottimo rapporto con lui", ha risposto. "Pensavo che saremmo stati in grado di negoziare qualcosa. Forse succederà ancora, ma è molto tardi nel processo. Sono deluso".
Dopodiché si è lamentato dell'attitudine di Mosca, sottolineando che la Russia dispone di terre "enormi" che "potrebbero essere così ricche" e "prosperare come praticamente nessun altro Paese", mentre "invece spendono tutti i loro soldi in guerra e nell'uccidere persone".