Israele, sabato libere 4 soldatesse. Tensioni tra Hamas e Tel-Aviv: "La lista viola l'accordo"

La tregua tra lo Stato ebraico e i terroristi palestinesi traballa ma non crolla. Netanyahu valuta ritorsioni. Hamas: "Cambiamenti per ragioni tecniche"

Israele, sabato libere 4 soldatesse. Tensioni tra Hamas e Tel-Aviv: "La lista viola l'accordo"
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Entra in crisi la tregua in Medio Oriente. Sabato 25 gennaio saranno liberati altri quattro ostaggi. Sono quattro soldatesse rapite durante gli attacchi del 7 ottobre. Secondo quanto riportato dalla Bbc, i loro nomi sono Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag. "Come parte dell'accordo di scambio dei prigionieri, le Brigate (Ezzedine) al-Qassam hanno deciso di rilasciare domani quattro donne soldato", ha comunicato su Telegram il portavoce delle brigate al-Qassam Abu Obeida. L'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato di aver ricevuto la lista di nomi tramite i mediatori. Questa decisione, però, viola i termini dell'accordo di cessate il fuoco, secondo i quali, prima dei militari, devono essere liberati i civili.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato il ministro della Difesa Israel Katz e i responsabili della sicurezza israeliana per valutare come rispondere alla violazione. Verso le 19.00 italiane, è stato confermato che la tregua proseguirà, perché l'azione di Hamas, giustificata con complicazioni tecniche, non è stata giudicata sufficientemente grave da far saltare l'accordo. Nonostante ciò, vi saranno delle conseguenze e pare che Netanyahu stia valutando di ritardare il ritorno degli sfollati nel Nord della Striscia e di apportare dei cambiamenti alla lista di prigionieri da scambiare, cinquanta per ogni soldatessa.

Tra le quattro donne non sarà presente Arbel Yehud, la cittadina tedesco-israeliana che ha compiuto 29 anni mentre si trovava in prigionia e che avrebbe dovuto essere liberata già domenica scorsa, nel primo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi, ma che è stata sostituita all'ultimo minuto da Hamas con Emily Damari. Pare che il ritardo nel suo rilascio sia dovuto al fatto che Arbel sia nelle mani della Jihad islamica palestinese. La donna si trovava nel kibbutz Nir Oz, dove la famiglia viveva da tre generazioni, quando è stata rapita dai terroristi palestinesi assieme al fidanzato Ariel Cunio. Durante il massacro dello Shabbat, suo fratello Dolev è stato ucciso e i suoi resti sono stati identificati il 3 giugno scorso.

Nel frattempo, proseguono le operazioni delle Idf a Jenin, in Cisgiordania. Secondo fonti palestinesi citate da Ynet, il comandante dei terroristi nella città, Qays al-Saadi, si è consegnato alle forze armate israeliane. Camion di aiuti continuano a entrare nella Striscia di Gaza, ben 4.800 dall'inizio del cessate il fuoco secondo Rania Dagash-Kamara, vicedirettrice esecutiva del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. "Ciò di cui abbiamo bisogno, tuttavia, è che i valichi di frontiera rimangano aperti, in modo affidabile, e che il nostro personale sia in grado di muoversi liberamente e in sicurezza attraverso la Striscia di Gaza per raggiungere i 2 milioni di persone bisognose", ha affermato. I carichi di aiuti umanitari, però, sono costante bersaglio dei saccheggiatori. Secondo quanto riportato da Channel 12, a Rafah i terroristi di Hamas hanno sparato conto bande di looters e ne hanno giustiziati sei. L'organizzazione palestinese, inoltre, ha confermato l'uccisione di Rawhi Mushtaha, il primo ministro de facto della Striscia di Gaza, e un altro alto funzionario, in raid israeliani avvenuti la scorsa estate.

Sul versante libanese, lo Stato ebraico ha annunciato di aver ritardato il ritiro dei suoi soldati, previsto entro 60 giorni dal cessate il fuoco con Hezbollah. "Il ritiro dipende dai tempi impiegati dall'esercito libanese per schierarsi nella parte meridionale del Libano e applicare l'accordo in modo completo ed efficace, incluso il ritiro di Hezbollah oltre il fiume Litani.

Tutto questo avverrà in stretta collaborazione con gli Usa", ha fatto sapere l'ufficio di Netanyahu, sottolineando che metterà a rischio i suoi cittadini e che l'obiettivo è dare ai residenti la sicurezza per tornare a casa.

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