Il punto debole della Nato in caso di guerra: ecco l'isola nel mirino della Russia

La Russia potrebbe mettere nel mirino un territorio dislocato nell'estremità settentrionale del continente europeo per mettere a dura prova la compattezza della Nato

Il punto debole della Nato in caso di guerra: ecco l'isola nel mirino della Russia
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Non solo l'Ucraina, il Donbass e, più in generale, il fronte orientale dell'Europa. La Russia potrebbe mettere nel mirino un territorio dislocato nell'estremità settentrionale del continente europeo: l'arcipelago norvegese delle Svalbard. Scendendo nei dettagli, il think tank statunitense Jamestown Foundation ha scritto in un lungo articolo che Mosca potrebbe mettere alla prova la Nato puntando dritto su queste isole che tecnicamente, essendo norvegesi, fanno parte del territorio coperto dall'ombrello Nato. Tuttavia, l'ambiguità che circonda lo status delle Svalbard potrebbe consentire al Cremlino di testare la determinazione dell'Alleanza atlantica, in particolare per quanto riguarda l'attivazione del famigerato articolo 5 della Nato, ovvero quello relativo alla clausola di difesa collettiva.

Il possibile nuovo obiettivo di Mosca

L'interesse della Russia per le Svalbard è cresciuto a causa dell'imposizione di sanzioni da parte della Norvegia, del riscaldamento globale e della preoccupazione del Cremlino di difendere l'ingresso occidentale della rotta del Mare del Nord. Considerata la retorica aggressiva usata da Vladimir Putin nei confronti della Nato, e le minacce di attaccare uno o più dei suoi membri, vari analisti hanno iniziato a fare ipotesi in merito a dove potrebbe colpire Mosca. C'è chi si è concentrato sulla Polonia e chi sui Paesi Baltici. Altri ancora hanno parlato della Finlandia.

Le Svalbard fanno parte della Norvegia, membro della Nato, ma sono smilitarizzate dalle disposizioni del Trattato delle Svalbard del 1920, che è stato attualmente firmato da 46 Paesi, tra cui Stati Uniti, Norvegia e Francia. A causa di tale accordo, l'Alleanza atlantica rimane profondamente divisa in caso di un attacco russo. Detto altrimenti: se Mosca dovesse colpire queste isole, scatterebbe l'articolo 5 (lo stesso che impone ai membri dell’Alleanza di intervenire a sostegno di un membro attaccato)?

L'arcipelago sotto i riflettori

Questo enigma, di cui Mosca è ben consapevole, potrebbe portare il Cremlino a ritenere che un attacco alle Svalbard sarebbe meno rischioso del lancio di un'offensiva diretta contro qualsiasi altro Paese della Nato. L'arcipelago delle Svalbard, spesso indicato come Spitsbergen, l'isola più grande e l'unica popolata di questo gruppo, si trova a circa 1.000 chilometri a nord-ovest della Norvegia e occupa 22.000 chilometri quadrati di territorio. L'isola conta meno di 3.500 residenti, di cui circa un quinto sono russi e una manciata cinese.

A causa del suo isolamento, le Svalbard furono uno degli ultimi territori europei il cui status rimase indefinito fino al XX secolo, con vari Paesi, tra cui Norvegia, Svezia e Russia, che lo utilizzarono come base per la navigazione e l'estrazione mineraria (e lo rivendicarono addirittura come proprio). Nel 1920 le potenze occidentali, senza la partecipazione della Russia, firmarono un trattato che consegnò alla Norvegia la sovranità sulle isole, ma richiedeva ad Oslo di mantenere l'arcipelago smilitarizzato e di consentire lo sviluppo di altre comunità nazionali (tra cui, soprattutto, quella russa).

Risposta ambigua

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, Mosca ha continuato ad espandere la sua presenza nell’arcipelago. Al momento ce ne sono meno di 700. Nell’estate del 2022 sono finiti tutti al centro di una controversia quando la Norvegia ha imposto sanzioni alla Russia a causa della sua guerra in Ucraina: Oslo aveva fatto sapere che avrebbe limitato la capacità di Mosca di rifornire la comunità russa nell'arcipelago, scatenando le ire del Cremlino.

Certo è che il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha affermato e ripetuto che qualsiasi attacco alle Svalbard verrebbe trattato come un attacco all'Alleanza nel suo insieme che innescherebbe quindi una risposta ai sensi dell'articolo 5.

In ogni caso Stoltenberg è norvegese, e le sue parole sembrano riflettere le speranze di Oslo più che la posizione di tutti i Paesi della Nato. Molti membri dell’Alleanza, compresi gli Stati Uniti, non hanno infatti adottato una posizione chiara sull'argomento. Ecco perché Putin potrebbe mettere alla prova l'Occidente.

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