Guerra in Israele

Ondate di droni e lanci di missili: la strategia dell'Iran contro Israele

Secondo gli esperti americani, i pasdaran potrebbero utilizzare i velivoli senza pilota per distrarre e saturare le difese aeree dello Stato ebraico, per poi lanciare missili veloci per colpire gli obiettivi

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I droni lanciati dai territori dell’Iran e dello Yemen ci metteranno ore per entrare nello spazio aereo israeliano. Sono velivoli lenti che, secondo quanto riportato dal New York Times, potrebbero essere usati per distrarre le difese di Tel Aviv. Gli esperti americani citati dal quotidiano, infatti, hanno affermato che i pasdaran potrebbero sincronizzare questa prima ondata con missili più veloci, che verrebbero lanciati in seguito.

Stando ai rapporti dell’intelligence di Washington, nelle ultime 48 ore le forze iraniane hanno spostato all’interno del Paese dozzine di missili da crociera, pronti per essere utilizzati nella “vendetta inesorabile” annunciata da Teheran in risposta al raid delle Idf su Damasco del 1° aprile. Il piano della Repubblica islamica sarebbe quindi di saturare le difese dello Stato ebraico con le centinaia di velivoli senza pilota, per permettere ai vettori di colpire obiettivi ancora non specificati ma probabilmente legati all’esercito. Una strategia, questa, utilizzata con un certo successo anche dai russi in Ucraina.

Per il momento, il piano di Tel Aviv sarebbe di intercettare il maggior numero di bersagli al di fuori del proprio spazio aereo con il supporto degli Stati Uniti, che hanno spostato diverse navi nella zona. Dalla Casa Bianca il presidente Joe Biden ha affermato che il sostegno degli Usa a Israele “è ferreo” e i suoi esperti ritengono che l’attacco si svolgerà in diverse ore. Per questo motivo, le autorità ebraiche hanno chiuso il loro spazio aereo dall’1.30 italiana fino alle 7.00 di domenica 14 aprile. I pasdaran hanno affermato di aver preso di mira obiettivi specifici e negli scorsi giorni gli analisti americani e israeliani hanno indicato come bersagli più probabili installazioni militari o edifici governativi. Il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato che il Paese “è forte” e che risponderà a qualsiasi aggressione nei suoi confronti. Venerdì 12 aprile, durante una riunione dei vertici della sicurezza, il primo ministro ha approvato piani per un attacco contro l’Iran. I dettagli non sono al momento noti.

Il raid di Teheran rischia di far deteriorare irrimediabilmente la situazione in Medio Oriente, con conseguenze gravi per tutta la regione. In un eventuale conflitto aperto tra la Repubblica islamica e lo Stato ebraico, infatti, potrebbero essere coinvolti direttamente anche gli Stati Uniti e la Russia. Uno scontro faccia a faccia, inoltre, potrebbe comportare la fine del regime degli ayatollah.

Resta da vedere dunque come si evolverà la situazione nelle prossime ore, quando terminerà l’attacco iraniano e inizierà la risposta di Israele.

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