Guerra

Primi lanci di aiuti umanitari a Gaza: i C-130 Usa in azione sulla Striscia

Sono iniziati i primi lanci di aiuti umanitari statunitensi nella Striscia di Gaza. Tre C-130 hanno sganciato un totale 66 pacchi contenenti cibo ma non acqua né forniture mediche

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L'esercito degli Stati Uniti ha effettuato il primo lancio di aiuti umanitari a Gaza. La notizia è stata data da due funzionari americani citati dalla Cnn, secondo cui le forze armate del Paese avrebbero utilizzato tre aerei C-130. Pare siano stati consegnati più di 35.000 pasti, 22 pacchi da ciascun velivolo, per un totale complessivo di 66 box. Al loro interno è presente cibo per la popolazione palestinese ma non acqua o forniture mediche. La Casa Bianca aveva fatto sapere nei giorni scorsi che i lanci aerei avrebbero costituito uno sforzo prolungato e che Israele li ha sostenuti. Altri Paesi, tra cui Francia, Egitto e Giordania, hanno a loro volta lanciato aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

I primi aiuti Usa nella Striscia di Gaza

L'amministrazione Usa guidata da Joe Biden aveva spiegato che il Pentagono sarebbe stato presto pronto ad avviare una campagna umanitaria di lanci aerei a Gaza per consegnare aiuti ai civili palestinesi coinvolti nel fuoco incrociato tra Israele e Hamas. Come ha scritto il Wall Street Journal, questa decisione rappresenta uno sviluppo significativo, visto che sottolinea come gli attuali sforzi per affrontare la crisi umanitaria all’interno della zona di conflitto non siano stati sufficienti per scongiurare il rischio di una catastrofe umanitaria.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, infatti, almeno 576.000 persone nella Striscia – e cioè un quarto della popolazione dell’enclave – sono a un passo dalla carestia. Con le persone costrette a sopravvivere in maniera disperata, e i medici che affermano che i bambini stanno morendo di malnutrizione e disidratazione, l’Onu ha rincarato la dose spiegando che deve affrontare "ostacoli enormi" per garantire gli aiuti ai civili locali.

"La perdita di vite umane è straziante. Le persone sono disperate e gli innocenti sono rimasti coinvolti in una guerra terribile", aveva affermato Biden, prima di aggiungere: "Dobbiamo fare di più e gli Stati Uniti lo faranno. Nei prossimi giorni ci uniremo ai nostri amici in Giordania e ad altri nel fornire lanci aerei di cibo e rifornimenti aggiuntivi a Gaza". La promessa del presidente statunitense non è tardata ad arrivare.

La situazione nell'enclave palestinese

La decisione di Biden, in particolare, è arrivata dopo che, lo scorso giovedì, almeno 115 palestinesi sono stati uccisi e più di 750 altri sono rimasti feriti in circostanze ancora da chiarire nel tentativo di accedere agli aiuti nel nord di Gaza. Testimoni hanno riferito che le truppe israeliane hanno aperto il fuoco mentre una folla enorme correva per prelevare le merci da un convoglio umanitario, mentre Israele sostiene che i suoi militari abbiano sparato solo quando dopo essersi sentiti minacciati, e che la maggior parte delle vittime civili sarebbe stata causata dalla ressa.

In ogni caso, il Guardian ha fatto presente che, secondo alcune ong, i suddetti lanci non sarebbero altro che un gesto fine a se stesso. "I lanci aerei non sono la soluzione per alleviare questa sofferenza. Distolgono gli sforzi da soluzioni comprovate per aiutare su larga scala. Tutta l’attenzione diplomatica dovrebbe concentrarsi invece sul garantire che Israele interrompa l’assedio di Gaza", ha affermato l’organizzazione umanitaria International Rescue Committee.

Certo è che le operazioni avviate dagli Usa non si preannunciano per niente facili. Del resto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, era stato chiaro. "Ci sono poche operazioni militari più complicate dei lanci aerei di assistenza umanitaria.

perché molti parametri devono essere esattamente corretti", ha spiegato Kirby, sottolineando che l'esercito statunitense dovrà assicurarsi che gli aiuti atterrino in un luogo in una zona di guerra, quella di Gaza, densamente popolata, accessibile alle organizzazioni umanitarie incaricate della distribuzione.

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