Guerra in Israele

"Israele ritarda l'attacco in attesa dei missili Usa". E all'Onu e scontro sulle risoluzioni

Giorno numero 19. Operazione antiterrorismo in Cisgiordania: sei morti. Vertice a tre in Libano tra i leader di Hamas e i suoi alleati. Ed Erdogan attacca Israele. Offensiva ferma in attesa dei missile Ue. E all'Onu veti incrociati tra Russia, Cina e Usa sulle risoluzioni. Le ultime notizie

"Israele ritarda l'attacco in attesa dei missili Usa". E all'Onu e scontro sulle risoluzioni

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Raid di Israele in Siria, nella notte colpita anche Jenin. Gli Usa: "Escalation aumenterà" | La diretta

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È scoccato il 19esimo giorno di guerra in Medio Oriente. Nella notte, l’esercito israeliano ha colpito dalle alture del Golan le infrastrutture militari e i lanciatori di mortaio delle forze siriane in Siria con gli aerei da combattimento, in risposta ai lanci di ieri contro Israele. Al blitz notturno ha fatto seguito un altro bombardamento nell'aeroporto di Aleppo, dov'è stata colpita la pista d'atterraggio. Sempre le Idf, coadiuvate dalla polizia di frontiera, hanno condotto quella che è stata definita un’operazione antiterrorismo in un campo profughi a Wadi Bruqin, vicino Jenin, in Cisgiordania.

Nel raid, che ha coinvolto anche droni, sono morte sei persone e 20 sono rimaste ferite. È alta invece l’allerta degli Stati Uniti nella regione: il Pentagono ha fatto sapere di almeno 13 attacchi con droni e razzi contro le installazioni militari statunitensi in Iraq solo nell’ultima settimana. Il presidente Joe Biden non si è voluto esprimere sulla possibilità di un’incursione israeliana a Gaza, episodio che potrebbe scatenare la reazione di altri Paesi e alleati di Hamas. Rispondendo alla domanda di un cronista che gli chiedeva se ha pressato il governo di Tel Aviv a rimandare l’attacco, Biden ha detto che sta a Israele prendere le sue decisioni. Ecco le notizie di oggi, mercoledì 25 ottobre.

Wsj: "Ritardo dell'offensiva per aspettare i missili Usa"

Indiscrezione bomba dal Wall Street Journal, intanto, che scrive come al momento Israele avrebbe accettato la richiesta degli Usa di ritardare l'invasione di Gaza così da consentire agli Stati Uniti di spostare i missili nell'area. Al momento il Pentagono sta dispiegando nella regione quasi una dozzina di sistemi di difesa aerea, anche per proteggere le truppe statunitensi in servizio in Iraq, Siria, Kuwait, Giordania, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Sempre secondo il Wsj funzionari statunitensi avrebbero convinto gli israeliani ad aspettare fino a quando gli equipaggiamenti non saranno stati posizionati, probabilmente già alla fine di questa settimana.

Israele starebbe anche prendendo in considerazione la fornitura di aiuti umanitari ai civili all'interno di Gaza, così come avrebbe attivato la diplomazia per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas. Le stesse fonti hanno scritto che le forze americane saranno prese di mira dai vari gruppi militanti una volta iniziato l'attacco contro Gaza. Al momento sono stati registrati sono stati registrati almeno 13 attacchi di questo tipo tra Iraq e Siria, utilizzando droni e missili, che hanno provocato la morte di un contractor americano e la distruzione di un drone Usa.

Erdogan attacca Israele e difende Hamas

Clima infuocato quello tra Turchia e Israele. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non andrà in Israele per la visita di Stato che era in programma nello Stato ebraico. Erdogan ha criticato la risposta militare israeliana all'attacco di Hamas. "Circa la metà di coloro che sono stati uccisi negli attacchi israeliani su Gaza sono bambini, persino questo dato dimostra che l'obiettivo è un'atrocità, per commettere crimini contro l'umanità premeditati", ha detto il capo di Stato turco in un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp. "Non abbiamo problemi con lo Stato di Israele ma non abbiamo mai approvato le atrocità commesse da Israele e il suo modo di agire, simile a un'organizzazione più che uno Stato", ha aggiunto, precisando che i "militanti di Hamas sono dei liberatori che combattono per la loro terra" e non dei terroristi. La Turchia è uno dei due Paesi, insieme al Qatar, dove il capo di Hamas Ismail Haniyeh e altri membri del coordinamento politico dell'organizzazione palestinese hanno potuto girare liberamente in questi anni.

Matteo Salvini definisce "gravi" e "disgustose" le parole di Erdogan, in quanto "non aiutano la de-escalation". Lo staff del vicepremier rende noto che il ministro delle Infrastrutture proporrà a Tajani una protesta formale e la richiesta di convocazione dell'ambasciatore turco in Italia.

Guerra di risoluzioni all'Onu

La battaglia continua anche in sede Onu. Mentre è ancora aperto il fronte dopo le parole del segretario António Guterres che prima ha rincarato la dose contro Israele e poi fatto parziale marcia indietro, il Consiglio di sicurezza ha bocciato la risoluzione degli Stati Uniti sulla crisi. Russia e Cina, membri permanenti, hanno votato contro. Alla fine alla proposta americana hanno votato a favore 10 stati membri, tre contro e due si sono astenuti, in questo modo la bozza è stata respinta.

A stretto giro è arrivata anche la bocciatura della risoluzione presentata dalla Russia su Gaza: quattro voti a favore, nove astensioni e i no di Usa e Gb. La bozza è stata bocciata perchè non ha ricevuto il numero di sì necessari, non solo per il veto dei due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Metà degli ostaggi con passaporto straniero

Ancora sospeso il destino di centinaia di ostaggi. Secondo il governo israeliano più della metà dei circa 220 ostaggi tenuti da Hamas hanno passaporti stranieri provenienti da 25 paesi diversi, tra cui 54 cittadini tailandesi, 15 argentini, 12 tedeschi, 12 americani, 6 francesi e 6 russi.

Razzo di Hamas a 220 km da Gaza

Uno dei razzi lanciati stamattina da Hamas ha raggiunto la città di Eilat, a 220 km dalla Striscia di Gaza. Le forze armate israeliane confermano che l'impatto dell'ordigno è avvenuto in una periferia della località turistica. Non risultano vittime o feriti, ma si tratterebbe del lancio di un razzo dal raggio più lungo finora da parte di Hamas. Quattro altri razzi sono finiti invece nella zona di Kiryat Shmona, a nord, vicino al confine con il Libano.

Ucciso un altro comandante di Hamas

Le Israel defense Forces hanno annunciato l'uccisione di Taysir Mubasher, comandante del battaglione del settore nord di Khan Yunis. Mubasher era stato capo delle forze navali dell'organizzazione e in passato si occupava di fabbricare armi. Secondo i media israeliani, il militare di Hamas era vicino a Mohammed Deif, capo delle brigate al Qassam.

Intercettati missili dal Libano

Non cessano i lanci di missili dal sud del Libano contro Israele. "Le forze dell’esercito israeliano hanno attaccato una squadra terroristica che ha tentato di lanciare missili anticarro dal territorio libanese al territorio israeliano nell’area del Monte Dov", ha scritto su X il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari.

L'ayatollah contro gli Usa: "Complici di Israele"

Gli Stati Uniti sono "i complici certi" di Israele nelle "atrocità commesse dal regime sionista a Gaza". Lo ha affermato la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, aggiungendo che "le visite dei capi di Stato di alcuni Paesi maligni e tirannici nei territori occupati da Israele indicano la loro preoccupazioni riguardo al collasso del regime sionista". Khamenei ha anche affermato che Hamas non è un gruppo terrorista. "Alcuni Paesi definiscono il movimento islamico di Hamas terrorista ma il movimento cerca semplicemente di difendere la sua madrepatria", ha detto la Guida suprema.

La richiesta Usa al Qatar su Al Jazeera

Gli Stati Uniti, attraverso il segretario di Stato Antony Blinken, avrebbero chiesto al governo del Qatar di moderare i toni sulla tv Al Jazeera. Secondo il sito Axios, Blinken sarebbe preoccupato da come l'emittente araba sta trattando l'argomento della guerra. Il governo israeliano sta lavorando per vietare ai giornalisti di Al Jazeera di operare nel Paese.

L'impegno di Crosetto per liberare gli ostaggi

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha incontrato oggi una delegazione dei familiari di alcuni israeliani assassinati o rapiti dal movimento islamista palestinese Hamas nell'attacco terroristico del 7 ottobre scorso. La delegazione è stata accompagnata dall'ambasciatore di Israele a Roma, Alon Bar. "Il mio impegno a far liberare gli ostaggi va oltre la mia profonda amicizia con Israele, è un impegno che prendo perchè dobbiamo combattere queste atrocità. Ed è un impegno che continuerò a mantenere vivo perchè è come se loro fossero dei miei parenti", ha detto Crosetto. "Quello che posso fare – ha aggiunto – è cercare di parlare con chi ha rapporti con Hamas e tentare ogni azione possibile per liberare gli ostaggi. L'ho fatto nei paesi in cui sono stato e continuerò a farlo come se fossero tutti miei familiari".

Dagli Usa nuovi missili e uno squadrone di F-16 in Medio Oriente

Gli Stati Uniti forniranno a Israele nuovi missili per il sistema di difesa aerea Iron Dome. Lo scrive il Washington Post che cita un funzionario del Pentagono. Inoltre, è previsto lo schieramento di un sesto squadrone di F-16 in Medio Oriente in preparazione a un aumento delle tensioni regionali. "Quello che stiamo vedendo è la prospettiva di un’escalation più significativa contro le forze e il personale statunitense in tutta la regione nel brevissimo termine, proveniente dalle forze per procura iraniane e, in ultima analisi, dall’Iran", ha detto il portavoce del Pentagono Pat Ryder durante un briefing.

Il bilancio di morti e feriti

Rimane stabile il bilancio delle vittime nonostante ieri sia stato il giorno più intenso di bombardamenti dal 7 ottobre, con 120 razzi lanciati soltanto contro la città di Tel Aviv. I morti confermati in Israele sono più di 1.400, mentre i feriti almeno 5.400. Si contano anche oltre 200 persone rapite e attualmente in ostaggio. Sono 4.651 i decessi registrati tra i palestinesi dal ministero della Sanità dell'Autorità nazionale palestinese. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi gli sfollati a Gaza sono 600mila.

A Beirut vertice a 3 Hamas-Hezbollah-Jihad Islamica

Si è tenuto a Beirut, in Libano, un vertice tra alti rappresentanti di Hezbollah, Hamas e Jihad islamica. Lo riferisce la tv al Manar dello stesso partito armato libanese filo-iraniano.

L'emittente televisiva mostra le immagini dell'incontro tra il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, il vice capo di Hamas Saleh Aruri, e il capo della Jihad islamica Ziad Nakhale.

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