Netanyahu: "Risponderemo con saggezza e non di pancia". Dove e come potrebbe colpire Israele

La risposta di Israele potrebbe essere imminente. Netanyahu e le Idf studiano potenziali obiettivi per inviare un messaggio: "ma senza causare vittime"

Netanyahu: "Risponderemo con saggezza e non di pancia". Dove e come potrebbe colpire Israele
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La risposta di Israele al raid iraniano di sabato notte, nonostante i saggi consigli giunti dall'Europa e dagli Stati Uniti, potrebbe arrivare a breve. E potrebbe assumere le forme di un attacco a Teheran o di un "raid" informatico. Al termine della riunione di gabinetto, Israele "ha deciso di rispondere all'Iran. L'Aeronautica ha completato i preparativi per l'attacco", secondo quanto riporta l'emittente Channel 12.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto ai ministri del Likud, durante un incontro privato, che Israele risponderà all'attacco iraniano, "ma dovrà farlo con saggezza e non di pancia". Lo riferisce l'emittente pubblica Kan. Secondo Netanyahu l’Iran dovrà "aspettare nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare lo stesso a Israele".

Adesso il premier israeliano è alla ricerca di un sostegno internazionale il più ampio possibile. Netanyahu ha invitato la comunità internazionale a "rimanere unita" di fronte all'"aggressione iraniana, che minaccia la pace nel mondo", dopo l'attacco con missili e droni lanciato dall'Iran contro Israele. "La comunità internazionale deve rimanere unita per resistere a questa aggressione iraniana, che minaccia la pace nel mondo", ha scritto il primo ministro in un messaggio trasmesso su X.

Dove e come potrebbe colpire Israele

Sono queste le notizie che trapelano dall'intenso lavorìo della catena di comando israeliana in queste ore. Nel corso del Gabinetto di guerra israeliano, il premier Benjamin Netanyahu avrebbe chiesto alle forze di difesa israeliane di fornire opzioni di obiettivi iraniani che potrebbero essere attaccate per "inviare un messaggio" a Teheran senza causare vittime. Lo riporta il Washington Post spiegando che le possibilità prese in esame includono un potenziale attacco a una struttura a Teheran o un attacco informatico.

Tutti sono d’accordo sul fatto che Israele debba rispondere”, ha spiegato un funzionario parlando in forma anonima. "La domanda è come rispondere e quando rispondere". Dall'altra parte della barricata, Teheran avverte: l'Iran risponderà rapidamente se Israele reagirà all'attacco con missili e droni lanciato nel fine settimana contro lo Stato ebraico. A dirlo è il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian. Parlando con la sua controparte britannica, David Cameron. "L'Iran non vuole un aumento delle tensioni ma risponderà immediatamente e con più forza di prima se Israele reagirà", ha detto Amir-Abdollahian citato dall'agenzia di stampa iraniana Irna.

Il pressing sugli Stati Uniti e le reazioni dall'Italia

La decisione, tuttavia, ora rischia di tirare per la giacchetta gli Stati Uniti di Joe Biden che si rifiutano di essere trascinati nell'escalation. Israele vuole agire contro l'Iran "in coordinamento con gli americani". Lo riporta Channel 12, secondo cui l'obiettivo dello Stato ebraico - nella sua azione di rappresaglia - è quello di colpire duramente Teheran, ma senza provocare una guerra totale. Sul tavolo del gabinetto di guerra, precisa l'emittente, ci sono diverse opzioni e diversi livelli di intensità di risposta, alcune delle quali possono essere attuate immediatamente. Nonostante il pressing sulla Casa Bianca, Washington non molla. "Il governo israeliano determinerà da solo se ci sarà una risposta" all'attacco iraniano "e quale sarà la risposta". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, sottolineando che gli Stati Uniti "non saranno coinvolti" nell'eventuale risposta militare israeliana.

L'Italia, che ieri ha ospitato in videoconferenza una riunione d'emergenza del G7, esprime i suoi timori per le tensioni di queste ore. "Condanniamo con la massima fermezza gli attacchi dell’Iran e dei suoi alleati e sosteniamo pienamente il diritto di Israele ad esistere e a difendersi. Lo Stato ebraico non può essere attaccato costantemente. La sopravvivenza e la sicurezza di Israele rimangono una nostra priorità. Come lo sono il cessate il fuoco a Gaza e l'obiettivo di due popoli e due Stati". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di un'audizione alle commissioni riunite di Camera e Senato. Ha fotografato al situazione attuale, il ministro della Difesa Guido Crosetto: "Quella fra Israele e Iran è una "guerra di deterrenza" e ora il Paese ebraico "pensa di dover rispondere" all'attacco di sabato scorso: "se la risposta sarà quella che è stata dichiarata, probabilmente sarà una risposta più di forma che di sostanza, che fa parte di questo confronto che è da sempre così tra Israele e Iran e probabilmente potrebbe terminare tutto".

"Mandare un messaggio a Teheran"

Da Tel Aviv sembra ormai sempre più vicina l'opzione di una risposta, non troppo tardiva, all'attacco di sabato notte. Per salvare la faccia e l'onore, all'interno di una strategia per più generale che è stata inaugurata all'indomani dell'attacco del 7 ottobre. Secondo la fonte che ha rivelato al Washington Post la scelta israeliana, il primo ministro Netanyahu avrebbe chiesto alle Idf di fornirgli una lista di obiettivi, al fine di "mandare un messaggio" a Teheran, ma senza causare vittime.

Intanto, l'incontro di Netanyahu con i leader dell'opposizione riguardo alle tensioni con l'Iran è stato rinviato a causa del fitto programma del premier. Lo ha annunciato la Israeli Broadcasting Corporation.

Il premier aveva convocato diversi leader dell'opposizione per un briefing sulla sicurezza mentre studiava la risposta all'attacco iraniano. L'emittente ufficiale israeliana ha riferito che Netanyahu aveva convocato i leader dell'opposizione Yair Lapid, Avigdor Lieberman e Gideon Sàar.

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