La risposta dell'Iran: "Faremo pentire Israele dell'attacco". E a Teheran monta la rabbia

La risposta dell'Iran: "Faremo pentire Israele dell'attacco". E a Teheran monta la rabbia
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Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha promesso una reazione “potente e legittima” da parte di Teheran, in risposta all’offensiva militare lanciata da Israele contro obiettivi sul suolo iraniano. In un discorso rivolto alla nazione, e citato dall’agenzia di stampa Isna, Pezeshkian ha dichiarato che l’attacco israeliano “non resterà impunito” e che “il nemico sarà costretto a rimpiangere la propria azione avventata”.

Il capo di Stato ha inoltre invitato la popolazione a non lasciarsi influenzare dalla “guerra psicologica” condotta, a suo dire, da potenze ostili. “I cittadini non devono prestare attenzione alle voci destabilizzanti diffuse dal nemico”, ha affermato, sottolineando che sia il popolo iraniano che la leadership del Paese “non resteranno inerti di fronte a un atto che viene considerato un crimine”.

Il movimento libanese Hezbollah, proxy di Teheran, ha duramente condannato gli attacchi israeliani contro l’Iran, affermando che Tel Aviv “ha oltrepassato ogni linea rossa”. In un comunicato diffuso nelle ultime ore, il gruppo sciita ha accusato Washington di essere complice dell’operazione militare, sostenendo che gli Stati Uniti abbiano fornito “copertura diretta, coordinamento e via libera politico” all’azione condotta dallo Stato ebraico. Sebbene Hezbollah abbia espresso cordoglio per la morte di alti funzionari iraniani, il messaggio non contiene riferimenti espliciti a un proprio coinvolgimento imminente nelle operazioni di ritorsione.

Intanto, il governo iraniano ha annunciato una sospensione temporanea dei servizi internet, giustificando la misura con le “condizioni eccezionali che il Paese sta affrontando”. Il Ministero delle Comunicazioni ha assicurato che le restrizioni verranno revocate una volta ristabilita la normalità, secondo quanto riportano i media locali.

L’attacco ha provocato una pesante perdita per la leadership militare della Repubblica Islamica. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Isna, tra le vittime figura Amirali Hajizadeh, comandante delle forze aerospaziali dei Guardiani della Rivoluzione. Con lui sarebbero caduti anche il comandante generale Hossein Salami e il capo di Stato maggiore delle forze armate, Mohammad Bagheri.

L’eliminazione simultanea di tre figure chiave dell’apparato difensivo iraniano rappresenta uno dei colpi più duri inferti a Teheran negli ultimi anni e rischia di innescare una risposta militare ad ampio raggio da parte della Repubblica Islamica.

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