
Cittadini francesi stanno combattendo in Ucraina al fianco dei russi. Lo ha rivelato lo stesso presidente Vladimir Putin, affermando che “condividono i principi e i valori russi”. “Alcuni cittadini della Repubblica francese, combattono fianco a fianco con i nostri militari nella zona dell'operazione militare speciale, e hanno chiamato la loro unità, come i loro nonni e bisnonni, 'Normandie-Niemen'”, ha spiegato il leader del Cremlino in un incontro con i partecipanti a una maratona educativa dedicata alla vittoria sul nazifascismo.
“Normandie-Niemen” era il nome di un reparto di caccia dell’aeronautica militare della Francia libera, che a partire dal 1944 ha affiancato le forze dell’Unione sovietica sul fronte orientale. Un rimando, quindi, all’immaginario della Seconda guerra mondiale (o Grande guerra patriottica, come la chiamano in Russia) da cui Putin ha più volte attinto a scopi propagandistici. La sua ultima mossa, il cambio di nome dell’aeroporto internazionale di Volgograd in “Stalingrad”, ne è un chiaro esempio.
Questo genere di decisioni, stando a quanto ammesso dallo stesso presidente russo, trovano ampio favore nei veterani tornati dal fronte, zoccolo duro su cui il leader del Cremlino basa il suo potere e potenziale fonte di destabilizzazione e problemi nel caso in cui egli non dovesse venire incontro alle loro richieste.
In ogni caso, i francesi non sono gli unici combattenti stranieri schierati al fianco dell’armata del Cremlino. Il caso più eclatante è quello dei militari nordcoreani, di cui Putin ha ammesso la presenza dopo sei mesi di maltenuta segretezza. Lunedì 28 aprile, il presidente della Federazione ha dichiarato che il popolo russo non dimenticherà le gesta “dei fratelli in armi venuti dalla Nord Corea e gli eroi che hanno dato la loro vita per la Russia, per la nostra comune libertà”. In contemporanea ha rotto il silenzio anche Kim Jong-un, che ha esaltato “l’eroismo e il coraggio” dei suoi soldati inviati al fronte nell’Europa dell’Est.
Secondo i servizi segreti di Kiev, Seul e Washington, il contingente nordcoreano schierato a ottobre nella regione di Kursk era originariamente composto da 14mila uomini e avrebbe subito circa 4mila perdite tra morti e
feriti. In più, la Russia ha reclutato mercenari anche da altre nazioni, come il Nepal, e vi è ancora il mistero sui 150 soldati cinesi che, secondo l’Ucraina, Pechino avrebbe inviato a sostegno dell’alleato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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