Guerra in Ucraina

"La Russia cadrà. Ecco quali saranno le conseguenze"

L’origine, la posta in gioco, gli esiti e i rischi imprevisti della guerra in Ucraina. L’analisi di Robert D. Kaplan

"La Russia cadrà. Ecco quali saranno le conseguenze"

Il salto di qualità del sostegno militare a Kiev stringe il cappio intorno al collo del Cremlino. Dai tank promessi da Gran Bretagna e Francia ai Patriot garantiti da Usa e Germania, alle bombe a grappolo inviate dalla Turchia, fino al potente scudo anti-missili Samp-T che dovrebbe arrivare dall’Italia. La svolta “offensiva” degli aiuti Nato irrita lo zar che mostra i muscoli testando il supersiluro Poseidon. E, per disunire l’appoggio euro-atlantico, sguinzaglia la solita propaganda, a ritmo di fake news e colpi bassi. Ma ora, costretta a razionare gli attacchi di artiglieria a causa dei rifornimenti scarsi e indebolita dai continui insuccessi sul campo, Mosca si gioca il riscatto, almeno simbolico, nella lotta corpo a corpo per un fazzoletto di terra del Donetsk, stretto tra Bakhmut e Soledar.

Se “la sconfitta della Russia in Ucraina è sempre più probabile” - dice a IlGiornale.it Robert D. Kaplan, tra i più grandi analisti geopolitici americani, docente del Foreign Policy Research Institute, già membro del Consiglio per la difesa del Pentagono, nominato per due volte da Foreign Policy tra i "100 migliori pensatori" del mondo - l’Occidente deve chiedersi se è pronto ad affrontare effetti collaterali che forse non aveva messo in conto.

Spesso, come lei insegna, il peso e il destino di una nazione sono scritti nella sua posizione geografica. Perché l’Ucraina è così importante?
“L'Ucraina faceva parte dell'impero Romanov così come di quello sovietico. Agli occhi russi, l'Ucraina è una delle "Russie" ed è il luogo di nascita in epoca medievale della Rus' di Kiev. Senza l'Ucraina, la Russia resta più un impero eurasiatico che un impero europeo”.

Qual è allora la posta in gioco, per Mosca e per l’Occidente?
“Per il Cremlino, oltre agli interessi geopolitici, pesano notevoli legami emotivi con l'Ucraina. Per l'Occidente, un'Ucraina indipendente, di fatto, risolve il problema di avere l'impero russo che confina con l'Europa. Un'Ucraina indipendente sostanzialmente indebolirebbe il peso internazionale di Mosca”.

Robert D. Kaplan
Robert D. Kaplan

Lei ha scritto che “lo sgretolarsi delle autocrazie ha sempre un prezzo”. Quali saranno le conseguenze di un’eventuale sconfitta russa in Ucraina?
“Le autocrazie e gli imperi nascono dal caos e quando crollano lasciano il caos sulla loro scia. La storia non garantisce e non ci insegna alcuna soluzione a questo dilemma. La guerra è in definitiva una forma, una modalità di fare politica. E la domanda è: in che modo le scarse prestazioni militari della Russia influenzeranno la politica di Mosca? Questo non possiamo dirlo con certezza. Ma dovremmo prepararci a una sconfitta russa sul campo di battaglia. Ciò potrebbe portare plausibilmente a un governo russo indebolito o addirittura a una lotta per succedere a Vladimir Putin, che è più facile si traduca in un vuoto di potere destabilizzante che in una transizione democratica”.

“Per salvare la democrazia, abbiamo bisogno di pochi buoni dittatori”. È ancora convinto che sia la soluzione anche per la Russia del dopo Putin?
“Mosca, ricordiamolo, è una potenza con molte armi nucleari, sia strategiche che tattiche. Quindi, gli interessi occidentali dovrebbero essere di evitare i rischi di un contesto di anarchia e ingovernabilità all’interno della stessa Russia. Anche se più a lungo durerà la guerra in Ucraina, più sarà difficile per Putin mantenere il controllo del suo ‘impero periferico’ nel Caucaso, nell'Asia centrale e nell'Estremo Oriente. Un disimpegno di cui qualcuno potrebbe approfittare”.

Me se “quando gli imperi o le grandi potenze crollano, risorgono il caos e la guerra”, il conflitto in Ucraina è il sintomo di un collasso del dominio occidentale?
“Possiamo dire che il declino occidentale è relativo. E, nonostante tutti i problemi in Occidente, la Russia e la Cina stanno affrontando difficoltà sicuramente maggiori.

Insomma, non considererei l’Occidente fuori dai giochi”.

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