Guerra

La strategia "ucraina" di Hamas: così ha sconvolto Israele

I terroristi palestinesi non si stanno limitando all'uso massiccio di razzi e missili. Spopolano sui social i video dei soldati israeliani in ostaggio e dei carri armati colpiti dai droni

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Hamas sta impiegando le tipiche tattiche da guerra asimmetrica nell'offensiva, lanciata stamattina e ribattezzata "Diluvio al-Aqsa", contro Israele lungo la striscia di Gaza. Incursioni (presunte) con deltaplani a motore, irruzioni nelle caserme e nei centri abitati, infiltrazioni di terroristi che stanno seminando il panico tra i civili finiti sotto il fuoco dell'organizzazione palestinese. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ammesso che il suo Paese è in guerra e che il nemico pagherà caro il prezzo di quest'assalto improvviso, ma l'impressione è che la leadership militare e dei servizi di sicurezza abbia sottovalutato la minaccia che da mesi era pronta a trasformarsi in un assalto organizzato.

Un'operazione psicologica

I miliziani stanno adoperando metodi già visti in altri contesti. Il primo che viene in mente è quello ucraino. Consapevoli dell'evidente inferiorità nei mezzi e negli uomini rispetto alle meglio organizzate Israeli defense forces (Idf), i palestinesi stavolta non si sono limitati al reiterato lancio di razzi che sta proseguendo ormai da otto ore e che ciclicamente mette in funzione il sistema di difesa aerea Iron Dome. Il blitz, partito nelle prime ore della giornata, ha coinvolto forze di terra, di mare e di aria, come ammesso dalle Idf. Lo scopo di questa manovra coordinata è quello di piegare almeno psicologicamente l'avversario, una vendetta programmata ufficialmente per restituire giustizia agli scontri nella moschea di al-Aqsa, ma forse ispirata dal disappunto per la normalizzazione politica e diplomatica in corso tra Tel Aviv e il mondo arabo.

D'altronde la data è abbastanza eloquente: non solo la ricorrenza del cinquantenario della guerra dello Yom Kippur, memori dello straordinario successo di Egitto e Siria nei primi giorni di ostilità, ma lo choc che è stato provocato durante lo shabbat, il sabato ebraico di riposo assoluto. Hamas sta diffondendo video che ricordano i primi giorni del conflitto tra Russia e Ucraina, quando le truppe di Mosca che cercavano di catturare Kiev sono state bloccate dalla resistenza dei difensori di Kiev. I soldati ucraini hanno fatto scuola da questo punto di vista diffondendo subito i filmati dei prigionieri russi.

Le armi della guerra asimmetrica di Hamas

L'ala armata di Hamas sta pubblicando invece diversi video che ritraggono militari israeliani in abiti civili nelle mani dei terroristi delle brigate al-Qassam. Immagini dal forte impatto emotivo, vietate dalle convenzioni internazionali, che mostrerebbero l'apparente sofferenza da suscitare nell'animo del popolo ebraico contro cui gli estremisti palestinesi stanno combattendo in queste ore. L'attacco odierno non si sta svolgendo però soltanto sul campo della comunicazione per ottenere il dominio informativo.

In un altro video condiviso sempre da Hamas si può vedere un drone sganciare una munizione esplosiva su un carro armato israeliano Merkava Mk4, fiore all'occhiello dell'arsenale di corazzati di Tel Aviv, dotato sì di maggiori protezioni rispetto ad altri tank europei grazie al sistema Trophy utile contro i missili anticarro, ma comunque non immune al caos che un'arma così economica e minuscola può generare. Un secondo drone ha colpito con una bomba un'ambulanza sulla striscia di Gaza.

Scene già vissute e raccontate dall'orribile fronte ucraino, con attori profondamente diversi per obiettivi, strategia e caratteristiche: quello di Hamas ad esempio non è un esercito strutturato come quello di uno Stato sovrano moderno. Eppure, approfittando della generosità dei soggetti esterni (Iran ed Hezbollah) che riforniscono volentieri l'organizzazione per portare avanti la loro proxy war contro Israele, è in grado di infliggere danni superiori alle aspettative.

E che, in ultima analisi, mettono in discussione le scelte fatte fino a questo momento da intelligence e Difesa israeliana, colpevoli in questo caso di non aver anticipato le mosse di chi ha basato la propria esistenza sull'annientamento dello Stato israeliano.

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