
Un nuovo volontario dall'Italia ha perso la vita in Ucraina. La guerra scatenata dalla Russia di Vladimir Putin continua a mietere vittime, e dall'inizio del brutale conflitto sono diversi i nostri connazionali che sono stati uccisi dopo essere finiti nel mirino dei bombardamenti. L'ultimo è stato Artiom Naliato, 21enne residente in Veneto che era andato a combattere come volontario. Si è rivelato fatale il raid in un campo di addestramento in Ucraina.
Il giovane era di origine ucraina ma era cresciuto a Tribano, in provincia di Padova, adottato fin da piccolo da una famiglia del posto. L'attacco improvviso non gli ha lasciato scampo: una bomba ha colpito l'edificio in cui si trovava. I soccorsi sono partiti a stretto giro: è stato trasferito in ospedale in condizioni disperate per sperare nel miracolo e provare a tenerlo in vita, ma ogni tentativo si è rivelato vano e ha smesso di respirare.
Dopo lo scoppio della guerra, Artiom non ha avuto dubbi: ha deciso di lasciare il Veneto e di partire verso la sua terra natale per difenderla dall'invasione russa. Insomma, non ha mai perso quel forte legame con le sue radici. Proprio alcune settimane fa era tornato nella cittadina padovana, giusto il tempo di una visita alla sua famiglia adottiva; poi era partito di nuovo per il fronte. Lunedì è arrivata la tragica notizia della sua morte, che ha lasciato sotto choc la sua famiglia, l'intera comunità di Tribano e i colleghi della Aries Srl, l'agenzia vicentina per la sicurezza dove il ragazzo aveva lavorato prima della partenza.
La tragedia è stata confermata e commentata da Massimo Cavazzana, sindaco di Tribano, che sul suo profilo Facebook ha voluto dedicare un post in memoria di Artiom: "Con immensa tristezza salutiamo Artiom Naliato, che ha scelto di combattere una guerra che portava nel cuore per la libertà del suo Paese d’origine a cui si sentiva profondamente legato. Ci stringiamo attorno al dolore della famiglia per il vuoto lasciato".
In molti avevano provato a convincerlo per far sì che tornasse indietro e che non si avventurasse in una guerra che non risparmia nessuno.
Ma Artiom ha deciso di rischiare la vita: credeva in quel che stava facendo, ovvero combattere in prima persona per respingere l'attacco di Mosca. Un eroico atto d'amore verso il suo Paese. Resterà un glorioso esempio di determinazione e patriottismo.