Haiti: a 6 mesi dal sisma e' ancora emergenza

Un milione e mezzo di senza tetto vivono in tendopoli minacciate dall'arrivo degli uragani. Bimbi i piu' a rischio

Haiti: a 6 mesi dal sisma e' ancora emergenza

A sei mesi dal devastante terremoto che ha ucciso 300mila persone, e' ancora emergenza ad Haiti: un milione e mezzo di senza tetto vivono in tendopoli minacciate dalle piogge e, soprattutto, dall'arrivo della stagione degli uragani, in un paese con un'economia paralizzata, dove gli aiuti internazionali, dopo l'entusiasmo iniziale, tardano ad arrivare. E chi rischia di piu' sono i bambini, la vera emergenza del dopo terremoto. Una corsa contro il tempo, inteso proprio in senso meteorologico, quella necessaria per sistemare chi vive ancora nei campi temporanei di Port ou Prince perche' ad Haiti pioggia significa diluvio e piene improvvise che trascinano con se' tende e case di fortuna. E la stagione degli uragani e' alle porte. Ma secondo la denuncia di diverse associazioni umanitarie manca un reale coordinamento nella gestione degli aiuti, che non riescono ad essere trasformati in interventi concreti e il governo locale e' ''inerme''. Per far rinascere Haiti, secondo le stime, servirebbero 9 miliardi di euro e 5-10 anni di tempo.

DOPO SEI MESI IL DRAMMA CONTINUA Dalla devastante scossa di magnitudo 7.0 della scala Richter sono passati sei mesi, ma le condizioni degli haitiani restano critiche, basti pensare che gli sfollati e' previsto un wc di emergenza ogni 200 persone. A Port ou Prince sono ancora accatastati 19 milioni di metri cubi di macerie e la maggior parte degli haitiani non ha piu' alcuna fonte di reddito: puo' contare solo sugli aiuti internazionali. Il sisma ha dato il colpo di grazia all'economia gia' traballante di questo poverissimo paese. E lo stesso presidente Rene' Preval ha ammesso che il destino del paese e' in mano alla comunita' internazionale.

AIUTI A RILENTO, ENTRO FINE ANNO SERVONO 90 MILIONI DI EURO A lanciare l'allarme e' Medici senza frontiere che denuncia le condizioni di vita ''drammatiche'' degli haitiani: e' ''sbalorditivo'', dicono, il divario tra ''le promesse di aiuto dei primi giorni e la terribile realta' a sei mesi dal disastro''. Per il coordinatore dell'Onu ad Haiti Nigel Fischer, dopo la confusione iniziale, il coordinamento degli aiuti e' migliorato, ma ci vorra' ancora ''molto tempo'' per farli arrivare tutti. E sara' proprio questo il compito di Bill Clinton, inviato speciale Onu: dialogare con i donatori, assicurarsi che i fondi arrivino e si trasformino in progetti.

L'EMERGENZA BAMBINI E IL RISCHIO DEL TRAFFICO DI MINORI Migliaia di bambini rischiano di ammalarsi a causa delle pessime condizioni in cui vivono nei campi sfollati, soprattutto con l'intensificarsi delle piogge e il rischio di uragani, denuncia Save the children, mentre l'associazione Terres des Hommes lancia l'allarme sul ''traffico di bambini mascherato da adozione''. Il 70% dei bimbi che si trovano negli orfanotrofi, secondo l'associazione, ha almeno un genitore vivente''.

I NUMERI DEL DISASTRO Secondo i dati forniti da The Indipendent, sono 1,5 milioni i senza tetto e migliaia le case

distrutte; 5.000 le scuole danneggiate o distrutte ; 9 miliardi di euro i fondi necessari per la ricostruzione in oltre 5-10 anni e 1,9 milioni le persone in rifugi di emergenza, con un wc previsto ogni 200 superstiti.  

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica