I Baustelle sbarcano a Vigevano con romanticismo e «malavita»

Stasera il gruppo originario di Montepulciano porta a Estate in Castello il suo terzo album. «Cronaca nera» è già un tormentone e fa da colonna sonora a diversi programmi tv

Matthias Pfaender

Il romantico di Milano passa anche da Vigevano. Questa sera il Castello Sforzesco di Vigevano ospiterà, all’interno della rassegna «Estate in Castello» i Baustelle, formazione originaria di Montepulciano ma stabilitasi da tempo a Milano, recentemente (e giustamente) giunta al successo nazionale con l’ultimo album «La Malavita». Eclettici musicofili, ancor prima che musicisti, ultimi alfieri del romanticismo musicale giovane, i Baustelle offrono una fusione di ottima fattura della canzone cantautoriale italiana e delle sonorità elettroniche, new wave, blues e bossanova.
Il progetto Baustelle nasce nella seconda metà degli anni '90. Dopo la solita trafila di demo, arriva l’esordio discografico nel 2000 con «Sussidiario illustrato della giovinezza», con la produzione artistica di Amerigo Verardi. Il disco si guadagna importanti riconoscimenti (Miglior disco italiano d'esordio per Musica & Dischi, Premio Fuori dal Mucchio organizzato da Il Mucchio Selvaggio) e suscita grande curiosità e apprezzamenti fra pubblico ed addetti ai lavori. Un altro album, «La moda del lento», separa i Baustelle dalla consacrazione, che arriverà con l’ultimo disco, di cui il gruppo di Francesco Bianconi porterà oggi sul palco le sonorità e le liriche plumbee. La realizzazione de «La Malavita» è stata, come da tempo i musicisti si auguravano, prodotta da un colosso dell’industria discografica come la Warner. Il passaggio alla Warner, dopo una lunga gavetta dorata di numerose lodi della critica, di tour vittoriosi e di pochi soldi, ha portato a Bianconi e compagni grandi vantaggi: i brani più rappresentativi del disco sono infatti destinati a diventare quasi dei tormentoni. La canzone «Cronaca Nera» fa già da colonna sonora e promo di programmi tv, le maggiori frequenze nazionali passano il singolo «La guerra è finita» e pubblicità dell’album passano su Mtv. Finalmente e meritatamente popolari, dato che «La Malavita» può essere considerato la sintesi della vita artistica dei Baustelle. Registrato nel 2005, il terzo album è stato prodotto da Carlo U. Rossi, storico scovatalenti del rock italiano. Il disco, come il titolo lascia immaginare, raccoglie 11 canzoni-manifesto del male di vivere. Più teso, rock e potente delle produzioni precedenti, l’album sintetizza con eleganza italiana il «wall of sound» di Phil Spector (un’orchestra d’archi suona in sei pezzi), le colonne sonore dei «poliziotteschi», Gainsbourg, la canzone d’autore italiana, il punk primordiale newyorkese di Modern Lovers, Television, Blondie e Ramones.


Marchio di fabbrica dei Baustelle (parola tedesca che i musicisti stessi indicano «da pronunciare in assoluta libertà» e che significa cantiere) è l'originalità spontanea dei testi che destabilizza piacevolmente l'ascoltatore, che, abituato alle tristi rime pop, sghignazza contento nel sentire frasi come «l'erba ti fa male se la fumi senza stile». Scordatevi il «cuore - amore» quindi.
Baustelle, Castello Sforzesco di Vigevano, ore 21, Info 800.66.22.88, ingresso 11,20 euro

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