Usano gli strumenti informatici più allavanguardia, hanno connessioni a banda larga e, in alcuni casi, sono veri esperti di e-commerce e web design. Ma gli imprenditori della provincia milanese ancora non credono che il computer possa essere uno strumento di reale potenziamento degli affari. È quanto emerge dalla ricerca condotta da Freedata per Assintel, lassociazione nazionale delle imprese del settore dellIct (Information Communication Tecnology), sul divario tecnologico che separa le micro e piccole imprese dalle aziende di maggiori dimensioni.
Il campione dellindagine, 1.004 aziende fino a 50 dipendenti, è rappresentativo di un microcosmo formato da 196.667 imprese che hanno prodotto nel 2004 un fatturato complessivo di circa 100 miliardi di euro lanno, pari a una media di 550mila euro per ciascuna azienda. A fronte di queste cifre, linvestimento per dotarsi di sistemi informatici è stata di 370 milioni di euro, ossia appena 1.800 euro per azienda. Il dato più negativo, però, è riferito alla previsione per il 2005: nelle micro e piccole aziende la spesa diminuirà mediamente del 2 per cento. A Milano sono i settori del commercio al dettaglio e dei pubblici esercizi a rappresentare il fanalino di coda. Di contro, nel commercio allingrosso solo lo 0,3 per cento degli esercizi non ha almeno un pc. Il restante 82 per cento delle imprese si divide tra un alto e un basso livello di utilizzo della tecnologia informatica. In questo caso, a fare la differenza tra aziende «high tech» e aziende «low tech» è la presenza di sistemi server per la rete locale e un utilizzo evoluto di internet, che va dalla progettazione di un sito aziendale alle-commerce. Il risultato «inaspettato», secondo lamministratore delegato di Freedata, Valeria Severini, è che - nonostante gran parte delle aziende del milanese abbia almeno un computer e una dotazione tecnologica evoluta - la concezione della macchina rimane ancorata a vecchi schemi.
«Linnovazione non è un fattore competitivo settoriale - ha detto il presidente della Camera di commercio Carlo Sangalli intervenendo al dibattito -. Piuttosto è un cammino da fare insieme, dove le imprese più aperte fanno da traino alle altre». «I risultati dellindagine non mi stupiscono - ha dichiarato il sottosegretario alla Presidenza della Regione, Adriano De Maio -.
«I computer? Utili, ma non per far affari»
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