Sono i figli dellimmigrazione di seconda e terza generazione. Quelli che studiano nelle buone scuole, figli di commercianti, negozianti e professionisti, vestiti allultima moda, italiano perfetto e aria da bravi ragazzi, come quegli adolescenti cinesi che capita dincontrare di pomeriggio a flaneggiare allArengario, in piazza Duomo. E poi ci sono gli altri, le «mele marce», quelli delle baby-gang che, al pari di alcuni coetanei italiani, occupano le pagine di cronaca nera. Come in questi giorni, dove si parla di unescalation di violenza tra giovani immigrati coinvolti in risse, stupri e vendette tra bande. Un fenomeno che si ripete ma che ora, dopo gli eventi delle periferie parigine, allarma sociologi e studiosi. A Milano le bande giovanili sono composte da peruviani, cinesi, filippini, uruguayani e sudamericani. In pole position i Latin King, una sessantina di ragazzi tra i quattordici e i ventanni, per lo più ecuadoregni, che si riconoscono dalle bandane e i tre tagli verticali su un sopracciglio. Quella ecuadoregna è una comunità recente, come spiega Edison Morales (vedi sopra), tra i primi a venire a Milano negli anni Novanta; una comunità dove lalcolismo dilaga e i giovani non sono ancora riusciti a integrarsi e a negoziare i valori tradizionali allinterno della famiglia. Ma anche dove alcuni volonterosi si battono con forza per combattere questa realtà.
Mercoledì alle 19, si svolge il convegno di chiusura del progetto Educazione civica, prevenzione del disagio e promozione dellintegrazione per la comunità ecuadoregna di Milano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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