I milanesi si dividono tra il rosso porpora e il verde della Lega

La polemica scatenata dalla Lega contro l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi ha divampato per tutto il giorno ieri, fino alle scuse del ministro Roberto Calderoli anticipate al Giornale dal capogruppo leghista in Comune Matteo Salvini.
La città si è divisa. Un gran numero di milanesi ha mostrato solidarietà e sostegno per le posizioni della Curia ambrosiana, accusata dal «Carroccio» di essere troppo propensa a difendere le ragioni di immigrati, musulmani e nomadi. Molti lo hanno fatto anche con lettere e mail di solidarietà - oltre duecento quelle ricevute dalla Diocesi. «Esprimo al cardinale tutta la mia affettuosa solidarietà al cardinale per i volgari attacchi di cui è stato fatto nuovamente segno», ha scritto qualcuno - «sono un non credente che ammira la straordinaria sensibilità che l’arcivescovo sempre dimostra», un altro messaggio. Anche all’uscita dalle funzioni della sera tanti fedeli hanno dichiarato di prendere posizione per la chiesa. Altri al contrario, hanno criticato la linea del cardinale Tettamanzi, che in più occasioni ha contestato le scelte delle istituzioni pubbliche addebitando loro - per esempio - un’azione poco attenta alle ragioni dei più deboli, o basata più sulla forza che sull’integrazione. Pochi dubbi invece fra i gazebo leghisti in centro, che continuano con la loro raccolta di firme contro la costruzione di moschee a Milano.

I militanti del Carroccio fanno quadrato intorno ai colonnelli del movimento. Le accuse rivolte alla chiesa ambrosiana sono sempre quelle: l’eccessiva propensione per i diritti degli immigrati, degli extracomunitari e dei rom.

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