Un comunicato stampa di due paginette col logo della Provincia dedicate a «un villaggio solidale possibile». Nota a lungo attesa, dopo mesi spesi da Filippo Penati per trovare un tetto, un posto dove stare ai settantasei rom sgomberati dal campo abusivo di via Capo Rizzuto. «Progetto unico in Europa», «modello da copiare», «alto esempio di concertazione istituzionale»: refrain che il presidente della Provincia ripete per quelle 50 e più righe spese a vendere «unopera che è motivo dorgoglio».
Ma, sorpresa, dei nomadi non cè traccia: sì, il diessino Penati si autocensura. Meglio parlare di «alloggi per persone in condizioni difficili», per «dare garanzie di sicurezza» che mettere, nero su bianco, quel termine «rom» che suona così stonato in campagna elettorale, che rischia di far pagare un caro prezzo allamministrazione comunale amica. Slalom linguistici che confermano quanto già avevamo denunciato: non cè sindaco di centrosinistra dellhinterland milanese disposto a ospitare sul suo territorio una struttura daccoglienza per i romeni.
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