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I partiti comunisti contro la Ue: «Comunismo non è uguale a nazismo»

Parte dalla Grecia la clamorosa protesta contro la giornata europea che accomuna i crimini di Stalin a quelli di Hitler. Il documento choc firmato dagli esponenti di 23 Paesi tra cui l'Italia proprio nel 70mo anniversario del patto Molotov-von Ribbentrop

Stalin uguale Hitler. Totalitarismi diverse, stesso orrore. O almeno, dipende dai punti di vista. Settant'anni dopo, infatti, non la pensano affatto così centinaia di esponenti e militanti di 23 partiti comunisti di tutto il mondo che hanno firmato un documento in cui si denuncia, proprio alla vigilia del settantesimo anniversario della firma del famigerato patto Molotov-von Ribbentropp, datato il 23 agosto 1939, «l'inaccettabile identificazione tra comunismo e fascismo». Il 23 agosto del 1939 i ministri degli esteri della Germania nazista e della Russia di Stalin, Joachim von Ribbentropp e Vyacheslav Molotov, firmarono a Mosca un accordo di non aggressione che in un protocollo segreto sanciva in realtà la spartizione dell'Europa in rispettive sfere di influenza. Il patto venne rotto da Hitler con l'invasione della Russia nel giugno del 1941.
Oggi nel mirino dei manifestanti finisce l'Unione Europea. Il documento è stato diffuso dal Partito Comunista Greco (Kke) e attacca l'iniziativa del Parlamento europeo intesa a dichiarare quella del 23 agosto come «giornata in memoria delle vittime del nazismo e dello stalinismo».
La dichiarazione diffusa dal Kke, superstite tra i grandi partiti comunisti del Vecchio Continente, terza forza del sistema politico ellenico, è sottoscritta - precisa il documento online - da esponenti europei, tra cui anche italiani, asiatici, africani e dell'America latina. Il testo insiste sulla necessità di «lottare con forza e determinazione contro l'anticomunismo in tutte le sue espressioni».

Ecco cosa accade quando dalla storia non si ha nulla più da imparare.

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