I primi test a Roma e Milano
17 Agosto 2005 - 00:00Lobiettivo: preparare esercito, protezione civile, medici e cittadini a fronteggiare situazioni di caos
Paola Fucilieri
da Milano
I primi test antiterrorismo verranno fatti a Roma e Milano. Non subito, però. Le città sono ancora vuote, troppa la gente in ferie. Ma a partire da settembre anche i cittadini saranno protagonisti delle esercitazioni previste dal piano del ministro dellInterno Giuseppe Pisanu. Si tratta di addestrarsi a fronteggiare le emergenze immediatamente successive a eventuali attentati terroristici. Si parte dalla capitale e da Milano, poi toccherà a Torino, Venezia, Bologna, Firenze e Napoli.
Ad elaborare il «cosa, dove e come» del dopo-attentato, si sta spendendo da mesi al Viminale un gruppo di studio deccellenza coordinato dal capo della polizia Gianni De Gennaro, da quello del dipartimento nazionale dei Vigili del fuoco Mario Morcone e da Guido Bertolaso, al vertice della Protezione civile. Un gruppo che, dopo i recenti attentati, ha dovuto accelerare le proprie priorità: lorganizzazione delle procedure dintervento, ma soprattutto delle linee di responsabilità. Perché, dopo quella strage che speriamo non avvenga mai, prima del pool antiterrorismo, è essenziale dare la precedenza allordine pubblico: decidere chi si occuperà di isolare la zona dellattentato, chi e dove dovranno intervenire i vigili del fuoco, la polizia, lesercito e le quattro forze armate con i loro reparti speciali, la Protezione civile, le unità sanitarie (per non sovrapporsi inutilmente e perdere tempo prezioso e vite umane, magari addirittura litigando sulle priorità, ndr), nonché, aspetto non proprio secondario, chi e in che modo dovrà «gestire» la stampa.
«I piani esistono da tempo, ma a noi risulta che a Roma non siano mai state compiute esercitazioni interforze - sottolineano fonti ministeriali che chiedono lanonimato -. Il problema maggiore è preparare i cittadini alla normalità dellidea di dover prima o poi partecipare a questi raduni collettivi in piazze, nei centri storici, in metropolitana, nelle stazioni ferroviarie o negli aeroporti (alcuni dei cosiddetti obbiettivi sensibili, ndr) dove verranno anche organizzate esplosioni multiple come quelle delle stragi di Madrid e di Londra. È solo sulla base dei risultati di queste esercitazioni che si ottimizzano i piani di intervento. Perché bisogna amalgamare le procedure di ciascuno affinché nellemergenza, lavorino e funzionino in sinergia».
Le prossime simulazioni prenderanno spunto anche da quelle già fatte in passato sia da singole forze (ad esempio i vigili del fuoco, solo nel 2004, ne hanno fatte una trentina, ndr) sia da gruppi interforze. Come a Pordenone, dove vi hanno partecipato anche i militari americani della base di Aviano, a Genova, a Napoli. In alcuni casi si è pure simulato un attacco chimico per verificare lintervento dei nuclei Nbcr (Nucleari batteriologici, chimici e radiologici).